Raven è un personaggio che troppo spesso passa in secondo piano. In The 100 4×05 il suo ingegno e il suo grande bagaglio intellettuale sono fondamentali per capire come i protagonisti della serie risolveranno la questione nucleare. Già, perché ricordiamo che restano ancora due mesi prima che le radiazioni uccidano la popolazione terrestre e il livello di ansia resta altissimo tra i due gruppi che si danno battaglia.
In questo clima complicato, in cui la tensione si taglia con un coltello, l’episodio di the 100 4×05 The Tinder Box mette un freno alla storia. Da un lato abbiamo Raven ed Abby, due donne, due menti a confronto. La prima, ingegnosa, la seconda pragmatica. Raven capisce di avere ancora parte dei codici di A.L.I.E. nella sua testa, e quindi di saper pilotare il razzo segreto, poiché il chip non le era stato propriamente disattivato, ma piuttosto “privato di batteria”. L’allucinazione che ha in laboratorio le permette inoltre di ragionare lucidamente: mescolando il Sanguenero con il DNA di Luna, fa scomparire l’RNA. Ciò dimostra che la sintetizzazione funzionerebbe solo in un ambiente a zero gravità, ovvero nello spazio, unica salvezza per la popolazione. Questa incredibile scoperta però ha un effetto collaterale: Raven ha un ictus, conseguenza dell’aver utilizzato il suo cervello al massimo delle capacità consentite. L’evoluzione del suo personaggio, molte volte sottovalutato, sta nel voler gettarsi anima e corpo in tutti i suoi lavori, anche a costo della sua vita. Abby la ammira e la supporta per questo.
L’altra parte di The 100 4×05 è occupata dalla battaglia psicologica tra la Nazione del Ghiaccio e Shaikru. Grazie all’avviso della moribonda Octavia, Clarke affronta Roan e i suoi uomini, scoprendo che hanno Bellamy e Marcus in ostaggio. Il Re accusa la ragazza di essere diversa da Lexa, l’ex Comandante che ancora ama e per cui sta soffrendo; secondo Roan, mentre Heda si preoccupava del suo popolo, Wanheda ha compiuto una scelta egoistica, per questo le punta il dito contro: “Wanheda, la Comandante della Morte che dice di salvare tutti, eppure costruisce una nave per sé, per il suo popolo.” Roan non sa tutta la verità, perciò Clarke deve dirgli che replicare il Sanguenero è l’unica possibilità per salvare tutti quanti. Azgeda e Shaikru scendono a patti, un fifty fifty che potrebbe garantire la sopravvivenza di entrambi. La nostra protagonista assume un comportamento da eroina (perché questa è la sua vera identità), piuttosto che da leader: umilmente lei ha sempre cercato di fare il possibile per salvare il suo popolo, senza imitare o prendere il posto di qualcuno.
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Il rapporto tra Ilan e Octavia matura e prende inaspettatamente forma a fine episodio. Il ragazzo, bruciando Arkadia, ha distrutto ogni possibilità di salvezza, compiendo la sua vendetta personale in onore della famiglia. La ragazza, una volta nemica della navicella in cui è vissuta per anni nell’ombra, capisce il suo odio ma cerca di farlo ragionare fino all’ultimo, senza risultati. Infine, la reunion tra Octavia e Bellamy avviene nel modo più naturale possibile: un abbraccio, una rassicurazione e poche parole. Basta un tocco di semplicità per far capire come i fratelli Blake si amino e si rispettino reciprocamente.
L’ultimo colpo di scena annienta ogni speranza e apre lo scenario a un avvenire apocalittico a cui Clarke, Bellamy, Marcus e gli altri sono assolutamente impreparati – sopratutto perché anche Abby inizia ad avere le allucinazioni.
Nel prossimo episodio, compreso il pericolo e uniti dal bene comune, Shaikru e Azgeda iniziano a collaborare, ma siamo in The 100, e non mancheranno i soliti ostacoli.