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Home Cinema

Mamma o papa?, con Cortellesi e Albanese la famiglia diventa una guerra

Una coppia decide di divorziare civilmente. Ma quando per entrambi si profilano opportunità di carriera all'estero, tra i due comincia una lotta senza quartiere. Per sbarazzarsi dei figli. Una commedia giustamente cinica e scorretta. Peccato non aver osato di più.

di Stefano Fedele
15/02/2017
INTERAZIONI: 9

INTERAZIONI: 9

Mamma o papà? con Paola Cortellesi e Antonio Albanese

Mamma o papà? con Paola Cortellesi e Antonio Albanese è il remake di Papa ou maman, commedia francese di successo. La tentazione di trasportare storie d’oltralpe da noi è forte. Per la “parentela” culturale, che sembra rendere il trapianto naturale. E per l’enorme successo di Benvenuti al Sud, versione italianizzata del francese Giù al Nord, che ingolosisce produttori speranzosi di ripetere il colpaccio della pellicola con Bisio e Siani.

La migrazione, però, funziona quando il materiale di partenza possiede caratteristiche adattabili al nostro contesto, come nel caso del campanilismo geografico di Giù al Nord, che s’infila come un guanto sull’Italia, in cui le maschere del milanese e del napoletano sono patrimonio condiviso. Può accadere lo stesso con Mamma o papà?, in cui il regista Riccardo Milani vuole far ridere con la storia di due genitori che fanno a gara per sbarazzarsi dei figli?

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(KIKA) - MILANO - Raoul Bova, Marco Giallini e Rosabell Laurenti Sellers hanno fatto squadra a Milano per l'anteprima del film Buongiorno Papà. La commedia romantica, nata da un'idea dello sceneggiatore Massimiliano Bruno e firmato dal regista Edoardo Leo, amico di vecchia data di Bova al suo secondo lavoro, vuole essere una riflessione sulle debolezze di una generazione, quella dei giovani quarantenni, incapace di assumersi le proprie responsabilità. Andrea, 38 anni, è un uomo single bello e di successo; Layla, interpretata dalla Sellers, è un'adolescente ribelle orfana di madre. Una volta rimasta sola, Layla va alla ricerca del padre biologico che non ha mai conosciuto. Il film, distribuito da Medusa, approderà nelle sale italiane a partire da giovedì 14 marzo e vede nel cast anche l'attrice Nicole Grimaudo.

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Valeria e Nicola (Paola Cortellesi, anche cosceneggiatrice, e Antonio Albanese), sono due professionisti veneti, benestanti, villa spaziosa, tre figli piuttosto indisponenti. Hanno deciso di separarsi, ma con la massima civiltà. Almeno sino a quando non si profila per entrambi un’irrinunciabile opportunità professionale all’estero. Allora comincia una battaglia senza esclusione di colpi, per rendersi odiosi agli occhi dei figli e spingerli ad andare a vivere con l’altro coniuge.

Diventano degli aguzzini: Nicola sveglia nel cuore della notte il figlio maggiore, raccontandogli incubi raccapriccianti (il momento più autenticamente disturbante del film), o gioca a paintball coi ragazzi, bombardandoli crudelmente con fucili che sparano vernice colorata; Valeria rovina la reputazione della figlia ubriacandosi a una festa e facendo la scema col suo fidanzatino, o porta a casa un presunto nuovo compagno (Carlo Buccirosso), che col suo fare autoritario terrorizza i ragazzi.

Mamma o papà? aspira a essere un racconto cinico e sulfureo, in cui il parossismo della battaglia dei sessi tra Nicola e Valeria rimanda inevitabilmente a La guerra dei Roses. È apprezzabile lo sforzo di uscire dagli schemi consolatori della commedia italiana, ribadito dalla trovata di far uscire il film a San Valentino. Ma la montagna ha partorito il topolino. O meglio il criceto, visto che per la villa s’aggira un roditore impertinente.

È difficile rendere credibile agli occhi del pubblico italiano una commedia incentrata su un tema lontano dalla nostra cultura familista, in cui le guerre tra genitori avvengono solitamente per avere la custodia dei figli, o semmai per metterli contro l’altro coniuge.

L’operazione avrebbe anche potuto funzionare, se si fosse trovato il tono adatto per il racconto. Ma Mamma o papà? costringe Paola Cortellesi e Antonio Albanese a oscillare tra troppi registri eterogenei, satira, farsa, commedia demenziale. E Milani non ha il coraggio di restare nei binari del gioco al massacro, ripiegando alla fine sul buonismo. Cosa prevedibile, visto l’atteggiamento docile e materno della Cortellesi, così poco incline alla vera cattiveria (funziona meglio Albanese). Del tutto ornamentale poi l’ambientazione trevigiana, fondale inerte che non diventa mai elemento necessario della storia, oltretutto obbligando l’attrice romana a mimare un accento del nord che suona posticcio.

Tags: cinema italianopaola cortellesi

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