Alcune storie sembrano favole a lieto fine, come ad esempio la storia di Robbie Williams: quello che negli anni ’90 aveva l’etichetta del “cattivo ragazzo” dei Take That è oggi un’icona di stile, nonché uno degli artisti britannici più premiati e apprezzati di sempre, e fa anche parte del Guinness dei Primati. Com’è avvenuta questa trasformazione? La ripercorriamo con voi attraverso le foto e i video più belli della sua carriera.
Robert Peter Williams nasce a Stoke-on-Trent, in Inghilterra, il 13 febbraio 1974, figlio di Janet e Peter: già da bambino mostra interesse per il mondo dello spettacolo, frequentando una scuola di danza e ricoprendo il ruolo di Artful Dodger in una rappresentazione del musical Oliver!.
La carriera di Robbie comincia nel 1990, quando a soli sedici anni diventa il più giovane membro della nascente boy-band Take That, creata dal produttore musicale Nigel Martin-Smith. Insieme a Gary Barlow, Mark Owen, Howard Donald e Jason Orange fu interprete tra il 1990 e il 1995 di numerosi singoli di enorme successo, come Could It Be Magic e Everything Changes, ma i problemi di Williams con il resto del gruppo furono subito evidenti: a Robbie stavano strette le rigorose regole di comportamento decise da Martin-Smith per la band.
Dal 1994 Robbie cominciò ad avere seri problemi con la droga e l’alcol che portarono, un anno dopo, al suo abbandono del gruppo, che si sciolse comunque nel 1996. La vita di Robbie era così sregolata che nessuno, nonostante le sue dichiarate intenzioni di intraprendere una carriera da solista, avrebbe scommesso sul suo successo: contro ogni previsione, però, nel 1996 lancia il singolo Freedom, cover del brano di George Michael, e l’anno successivo pubblica l’album Life thru a Lens.
L’album passa più o meno in sordina fino all’uscita del quarto singolo, Angels: la carriera di Robbie Williams conosce una vera e propria svolta, visto che le vendite di Life thru a Lens si impennano come non mai. Ormai una celebrità nel Regno Unito e in tutta Europa, Williams estrae dall’album un quinto singolo, Let Me Entertain You, e passa alla scrittura di nuove canzoni.
L’album I’ve Been Expecting You esce nell’ottobre del 1998, preceduto dal singolo Millennium, che diventa il suo lasciapassare per gli Stati Uniti e il Canada: il brano viene rilasciato oltreoceano nel 1999, e prepara il terreno per quello che sarà il terzo ed esplosivo album di Robbie Williams.
Dopo She’s the One, altro singolo di enorme successo estratto da I’ve Been Expecting You, nel 1999 esce il terzo album in studio di Robbie Williams: si tratta di The Ego Has Landed, dal quale esce subito Rock DJ. Il brano fa a malapena in tempo a diventare una hit planetaria che Robbie ha già in serbo un nuovo album, Sing When You’re Winning, che esce nel 2000 e che già nella prima settimana di vendita viene certificato come doppio disco di platino.
Lo stesso anno ha in serbo per Robbie un duetto d’eccezione: quello con Kylie Minogue nel brano Kids, seguito l’anno successivo dal duetto con Nicole Kidman in Somethin’ Stupid, singolo che diventa una vera e propria icona del 2001.
Somethin’ Stupid è contenuto in Swing When You’re Winning, album del 2001 contenente cover swing di brani degli anni Cinquanta e Sessanta. Passano ben due anni da questo momento all’uscita di Escapology, quinto album di Robbie Williams che lo ha tenuto impegnato in sala di registrazione per molto tempo: quando viene estratto il primo singolo Feel, che diventa il brano più ascoltato del 2003, la soddisfazione è però immensa.
Sulla scia di Escapology Robbie pubblica il suo primo album live, Live at Knebworth, e il suo primo best of Greatest Hits, che contiene due singoli inediti: Radio e Misunderstood, quest’ultimo utilizzato per la colonna sonora di Che pasticcio, Bridget Jones!.
Nel 2005, dopo la soddisfazione di vedere premiata Angels come Miglior canzone degli ultimi 25 anni ai Brit Awards, pubblica l’album Intensive Care, contenente brani ormai celebri come Tripping e Sin Sin Sin. Lo stesso anno, Robbie entra nel Guinness dei Primati quando, annunciando il suo tour mondiale previsto per il 2006, riesce a vendere la bellezza di un milione e seicentomila biglietti in una sola giornata.
Il 2006 vede la pubblicazione di un album completamente diverso dai precedenti: Rudebox, il cui sound più dance/elettronico gli riserva recensioni decisamente variegate. Da She’s Madonna alla cover di King of the Bongo di Manu Chao, Rudebox si discosta completamente dalla produzione di Robbie Williams, e segna l’inizio di un periodo nero della sua carriera.
Tra il 2007 e il 2008 Robbie si prende infatti un periodo sabbatico, durante il quale scrive musica e si dedica alla sua passione per gli UFO e alla sua neonata relazione con l’attrice turca Ayda Field. Le luci della ribalta lo accolgono nuovamente nel 2009, quando presenta al mondo Reality Killed the Video Star, che lo fa tornare in rotazione radiofonica col singolo Bodies, ma non è ancora abbastanza per tornare ai fasti di un tempo.
Lo stesso anno torna in contatto con i Take That e in particolare con Gary Barlow: insieme a quest’ultimo compone alcuni brani contenuti nell’album celebrativo dei suoi vent’anni di carriera, In and Out of Consciousness: The Greatest Hits 1990–2010, e con la band della sua gioventù mette da parte i dissapori per collaborare al disco Progress, uscito nel 2010 insieme al singolo The Flood.
La reunion coi Take That produce alcuni brani di successo come il già citato The Flood, Kidz e Happy Now, ma Robbie torna presto alla sua carriera da solista: nel 2012 esce Take the Crown, album che finalmente lo fa tornare ai vertici delle classifiche britanniche e mondiali. Il disco, il cui titolo è una vera e propria rivendicazione del titolo di Re del brit-pop, produce il singolo Candy, che diventa un tormentone e raggiunge posizioni che Robbie non vedeva dai tempi di Radio. A coronare lo stupefacente anno nella carriera di Robbie Williams, arriva la paternità: nel 2012 Ayda Field dà alla luce la prima figlia della coppia, Theodora Rose.
Tra il 2013 e il 2014, Williams pubblica Swings Both Ways – una sorta di sequel dell’album swing del 2001 – e la raccolta Under The Radar Vol 1, volutamente pubblicata solo in versione digitale, contenente materiale inedito come demo, lati b e brani esclusi dai precedenti album. Robbie diventa poi papà bis nel 2014, quando insieme ad Ayda accoglie il piccolo Charlton Valentine: memorabile è il momento in cui Robbie canta Let It Go, brano tratto da Frozen, alla moglie in travaglio.
The Heavy Entertainment Show è l’ultima fatica di Robbie Williams: uscito nel 2016 e prodotto da Sony Music, è il dodicesimo album di Robbie a piazzarsi in prima posizione nelle classifiche britanniche. Da qui sono stati estratti i singoli Party Like a Russian e Love My Life, e Williams lo porterà per la prima volta in tour nel 2017, con due date in Italia a Verona e a Barolo.
Dopo un inizio di carriera poco promettente e da tutti additato come un fallimento, Robbie Williams si è fatto strada nella storia della musica, tanto da ricevere nel 2016 il prestigioso premio BRITs Icon, precedentemente assegnato solo a mostri sacri come Elton John e David Bowie: il bad boy dei Take That ce l’ha fatta, e ha lasciato un segno indelebile con la sua musica.