Musica, balli ed emozioni: C’era una volta Studio Uno celebra i mitici anni sessanta con una miniserie in due puntate in onda lunedì 13 e martedì 14 febbraio su Rai1. La trama si snoda proprio intorno a quel varietà che portò al successo giovani artisti talentuosi, tra cui una delle voci più amate a livello internazionale: Mina. Così mentre l’Italia canta e danza al ritmo di tormentoni come “24.000 mila baci” e “Le mille bolle blu”, la miniserie porta sullo schermo un brillante quadro del mondo dello spettacolo e della televisione.
Noi di OM siamo stati all’anteprima di C’era una volta Studio Uno presso gli studi Rai a Roma, e abbiamo visto la prima puntata della miniserie. Ecco le nostre impressioni.
Diretto da Riccardo Donna e prodotto da LuxVide in collaborazione con Rai Fiction, C’era una volta Studio Uno non è solo musica, ma anche uno sguardo nostalgico verso quel periodo di boom economico che avvolgeva il nostro Paese post-neorealismo, e alla Rai che si apriva per la prima volta all’innovazione di cui il varietà è stato l’icona principale. Attraverso tre ragazze Giulia, Rita ed Elena e i loro sogni e speranze, il pubblico scopre il lavoro all’interno della Rai: tutte loro infatti prestano servizio presso l’azienda e come primo incarico devono proprio sistemare l’abito di Mina – e nella prima puntata l’occhio della telecamera è puntato su di lei.
Il cast di C’era una volta Studio Uno è variegato, così come i suoi personaggi. In primo piano spiccano le tre protagoniste, tutte differenti tra loro. Dopo L’Allieva, l’eterea Alessandra Mastronardi resta in casa Rai per interpretare la sognatrice – con la testa tra le nuvole – Giulia, una 25enne insicura della sua vita, un ruolo costruito appositamente per lei.
Da Che Dio ci Aiuti 4 arriva l’esuberante Diana del Bufalo che veste i panni di Rita, mamma single di 23 anni, tutta pepe come la sua interprete. Il suo sogno? Diventare una cantante come Mina, il suo idolo a cui sistema l’abito prima di andare in scena. L’ex Miss Italia, Giusy Buscemi, sembra quasi una matricola in confronto alle sue colleghe, ma la sua Elena non è da sottovalutare: la giovane 25enne è bellissima e frizzante, e sfrutterà proprio queste qualità per cercare di diventare una celebrità.
Queste tre personalità così diverse si incontreranno proprio in Rai, ed è da lì che inizia la storia. Con C’era una volta Studio Uno, la miniserie tenta di far rivivere da un lato un’epoca storica in cui i telespettatori di oggi possono ritrovarsi, dall’altra vuole entrare nel cuore del pubblico giovanile, nato due decenni dopo il debutto di Studio Uno, al fine di incuriosire e portare speranza a chi non riesce più ad avere fiducia nel nostro Paese.
La miniserie è un prodotto ambizioso, e sebbene presenti alcune – troppe – incertezze dal punto di vista della storia, dove si dà troppa attenzione ai risvolti amorosi delle tre protagoniste, ma in generale tutti i personaggi non sono ben marcati, si premia il coraggio della messa in scena, tra musiche con i successi anni sessanta e gli splendidi costumi.