Riccardo Ruiu commenta a modo suo la notizia della pubblicazione imminente del libro autobiografico di Alessio Bernabei.
Jack è uscito dal gruppo è il titolo dell’autobiografia attesa in libreria dal prossimo 19 gennaio con Rizzoli, un racconto sincero in un “libro pieno di musica” che dall’esordio dell’artista di Tarquinia ad oggi racconterà “tutti i pensieri, le gioie, i dubbi, i momenti” che ha vissuto.
Il percorso – prima, durante e dopo i Dear Jack – che ha consentito ad Alessio Bernabei di diventare la persona e l’artista che è oggi verrà narrato dal diretto interessato in Jack è uscito dal gruppo, una vera sorpresa annunciata ieri sera attraverso un post sui social network.
Ecco la prima sorpresa per il 2017 che ci aspetta!
Quando mi hanno proposto di scrivere la mia storia, ho pensato che…Pubblicato da Alessio Bernabei su Giovedì 22 dicembre 2016
A qualcuno, però, non va proprio giù e nonostante non ci sia un esplicito attacco nei confronti dell’ex frontman, Riccardo Ruiu dei Dear Jack non si lascia scappare la succulenta occasione di una becera allusione maliziosa che lo ha già abbondantemente colpito come un boomerang che torna indietro per schiantarsi contro il legittimo proprietario.
Al libro Jack è uscito dal gruppo di Alessio Bernabei, Ruiu risponde con l’idea di pubblicare la sua autobiografia, titolandola “Per fortuna” e aggiunge: “Il titolo è volutamente un tributo allo splendido film del 2012 “Per Fortuna che ci Sei” e al super carismatico attore protagonista Gad Elmaleh. In fondo tutti voi sapete quanto mi piaccia Gad Elmaleh”.
Criticare la bassezza di un’affermazione volutamente provocatoria che di ironico ha giusto l’assurdità della sua provenienza sarebbe fin troppo facile. A rovinare l’ultimo briciolo di dignità dei Dear Jack non è stata la giuria di qualità di Sanremo né un critico competente: la disintegrazione e il costante decadimento ormai sono le uniche certezze rimaste a chi, evidentemente, non ha mai ingoiato la sconfitta.
Eppure, tra la palese falsità del comunicato stampa d’addio, si erano augurati tutti un in bocca al lupo reciproco e invece non si può fare altro che constatare, alla data odierna, quanto le ipotesi dei più maliziosi fossero in realtà non prive di fondamento. I Dear Jack non sono mai stati una vera band così come non sono mai stati i “fratelli” che tanto decantavano.
Costruiti come costruita su fondamenta inesistenti è stata la loro carriera, il grattacielo creato sul nulla continua a mostrare segni di cedimento, impossibili da nascondere nonostante i vari strati di intonaco utilizzati e il continuo fumo negli occhi. Il problema è che l’arrosto è sempre mancato, e continua a mancare.
Alessio Bernabei non sarà il cantautore del secolo come il suo libro non vincerà il Premio Strega ma non è di certo questa l’intenzione quanto piuttosto la volontà di raccontarsi, per la prima volta, senza obbligarci ad interpretare stati d’animo ed emozioni da due righi sui social network.
Se dovessi scrivere un libro lo intitolerei “Per Fortuna”. Il titolo è volutamente un tributo allo splendido film del…
Pubblicato da Riccardo Ruiu su Venerdì 23 dicembre 2016