La nuova serie Netflix ha lasciato tutti a bocca aperta: The OA è uno show complicato e bizzarro, forse il più strano mai visto in televisione. Creata da Brit Marling, che interpreta anche la protagonista Prairie, e Zal Batmanglij, Entertainment Weekly ha parlato con loro sul finale della prima stagione, tra ispirazioni ad altre opere e i significati nascosti.
The OA è la serie del mistero che ha fatto discutere pubblico e critica, grazie a temi complessi come le esperienze pre-morte e viaggi ultraterreni (Stranger Things?). Attenzione agli spoiler se non avete visto tutti gli otto episodi.
Brit Marling ha rivelato da cosa è stata ispirata per The OA: “Ho incontrato una giovane donna che ha avuto un’esperienza vicina alla morte e così mi ha raccontato questa storia che ho trovato molto affascinante. Era come se avesse avuto un contatto con qualcosa di sconnesso che poi ha preso la sua energia.” Più pragmatico Zal Batmanglij: “Volevamo solo raccontare una storia che non avesse tutti i personaggi nella prima puntata. Il formato di Netflix ci ha aiutato.”
Per The OA, Marling ha fatto molte ricerche sulle esperienze pre-morte: “C’erano persone che sono ritornate in vita e avevano acquisito qualità differenti, come riavere la vita o l’uso della parola. Ho riscontrato queste caratteristiche in diversi luoghi e religioni del mondo.” Sicuramente alcune tematiche ricordano la concorrente Stranger Things, ma la serie di Marling e Barmanglij non ha niente a che vedere con essa: “Siamo molto amici con loro e sentivamo che sarebbe stato naturale trovare uno spazio in cui le persone si sarebbero sentite interessate e appagate. E avevamo ragione”, dichiara Brit.
Una delle cose più strane di The OA sono i leggiadri movimenti fisici che vediamo eseguire da Priarie e gli altri ragazzi. Batmanglij ha spiegato che la coreografia è opera di Ryan Heffington. “Tarantino ha detto che la violenza è unicamente cinematica e puoi mostrarla più facilmente che scriverla e io credo sia vero. Ma Brit ed io volevamo mostrare qualcosa opposto alla violenza.” Marling ha concordato aggiungendo: “La coreografia era molto più espansiva del dialogo. Il movimento è immediato e primario.”
Nessuna anticipazione o spiegazione sulle sequenze in cui Prairie veniva trasportata sugli anelli di Saturno e se la storia che racconta sia vera. “È possibile che sia dicendo la verità. Sta raccontando una storia, quindi tutto è probabile.” La stranezza di The OA quindi sta proprio in questo: lasciare allo spettatore il dubbio: Prairie sta mentendo oppure no? “Spetta al pubblico interpretare e capire il significato di tutti quei segni”, ha dichiarato Marling.
Oltre il lieve riferimento a Stranger Things, The OA sembra avvicinarsi al libro Vita di Pi, in cui il ragazzino protagonista racconta questa incredibile e fantastica storia di sopravvivenza che testano il lettore, fino a farlo domandare se l’esperienza che ha vissuto sia stata reale oppure no. “La poesia funziona così”, conclude Marling, “In storie come queste, bisogna usare metafore estreme in cui ti avvicini quanto più possibile alla verità, partendo da fatti reali.”