La sua uscita di scena in Gomorra non è stata mai davvero digerita dal pubblico della serie, ma Maria Pia Calzone da quando ha svestito i panni di Donna Imma ha intrapreso numerosi nuovi progetti tra cinema e tv.
Mentre è nelle sale con il film La cena di Natale di Marco Ponti, tratto dal romanzo omonimo di Luca Bianchini, l’attrice partenopea è impegnata anche sul set di Sirene, nuova serie tv di Rai1 che vede tra le protagoniste anche Valentina Bellè, recentemente vista ne I Medici.
Intervistata per il Roma Fiction Fest 2016, presentato il 2 dicembre in vista della kermesse che si terrà dal 7 all’11 nella Capitale, la Calzone ha parlato a lungo della sua passione per le serie tv, che condivide col marito nei loro momenti di relax.
Cosa ama guardare? La lista è lunga: si va da serie cult come Game of Thrones, Downton Abbey e Narcos a titoli più popolari come Grey’s Anatomy, Scandal o Empire, fino a Sex And The City. E non mancano grandi classici ormai conclusi o ancora in corso.
Ora sono oberata di lavoro perché sto girando proprio una serie tv, per la Rai. Io e mio marito ci siamo presi del tempo per recuperare Breaking Bad, che era una nostra lacuna, e siamo arrivati alla terza stagione. Stiamo seguendo anche la settima stagione di The Walking Dead: non ci soddisfa del tutto perché era partito con questa violenza inaudita, perdendo poi la forza per andare da qualche parte, ma ha preso una deriva senza speranza che non condivido, non c’è mai fondo. C’è il cosiddetto “effetto studio” delle serie girate in studio. The Walking Dead mi fa soffrire di claustrofobia proprio per questo, a tratti mi annoia, mentre la stessa cosa ancora non è successa con Breaking Bad, che paradossalmente è quasi completamente girato in studio.
Il ricordo del suo addio al personaggio di Imma Savastano, cruciale nella prima stagione di Gomorra è lo spunto di riflessione per parlare dei ruoli femminili nelle serie tv, che secondo Maria Pia Calzone sono finalmente più numerosi e ad ampio spettro rispetto al passato.
Citerò un’altra serie “nazional popolare”, ovvero Game of Thrones. In particolare nella sesta stagione c’è stata la rivincita delle donne. Gli anni precedenti sono stati lo specchio del potere maschile. Ora sono le donne ad aver preso in mano la situazione, e l’hanno fatto con un’intelligenza e una capacità di programmare la guerra in modo diverso da quello maschile, in maniera molto più raffinata, che era un po’ quella di Imma Savastano; qualche sito ha paragonato infatti la forza di Daenerys e Cersei a quella di Donna Imma. Questo perché sono emancipate, comandano senza il bisogno del maschio. Anche in Breaking Bad, per esempio, il personaggio della moglie sembra subalterno, indifeso, ingenuo. Però io lo salvo nella serie, poiché ha una forza di sopportare e di scegliere che è lodevole, ed è molto femminile, non è una caratteristica propria delle figure maschili. E questo è merito anche del fatto che ci sono più donne nell’ambiente, nella produzione, nella sceneggiatura e che quindi sanno descrivere meglio l’animo femminile: i personaggi non divengono così necessariamente gli angeli del focolare, non sono solo bianchi e neri, ma dalle caratteristiche più dark.
Il suo nuovo progetto seriale è la serie Rai Sirene, firmata dalla premiata ditta Ivan Cotroneo e Monica Rametta, già autori del film “Un bacio” e di numerose fiction come Tutti Pazzi per Amore e È arrivata la felicità. Commedia sentimentale fantasy girata tra il centro storico di Napoli e Cuma, la fiction è una coproduzione tra la Cross Productions del partenopeo Rosario Rinaldo, Rai Fiction e la tedesca Beta Film. La sceneggiatura è basata sulla storia di quattro sirene che nel Golfo di Napoli si mettono alla ricerca dell’ultimo tritone con cui è possibile procreare. Un esperimento certamente inedito in casa Rai, che Maria Pia Calzone presenta come un progetto surreale e innovativo, anche per il modo in cui è stato girato, nonché per gli effetti speciali e le libertà di linguaggio del copione.
È la storia di quattro sirene, una madre (che interpreto io) e tre stupende figlie che emergono dalle acque alla ricerca di un misterioso tritone. C’è anche una sirena spia che opera per conto del mio personaggio ed è interpretata da Ornella Muti. Un fantasy. Molto complicato, molto faticoso ma anche molto divertente. Ci sarà una parte terrestre e una parte acquatica. La recitazione è in parte subacquea, con tanto di effetti speciali. Le sirene avranno anche dei poteri specifici per ognuna, e quindi anche lì sono stati utilizzati degli effetti speciali avanzati. Ci sono state delle code arrivate dagli Stati Uniti, abbiamo girato in mare fino al 4 ottobre, ora gireremo in una piscina costruita appositamente per noi, con tanto di scogli e fondali. Un genere, il fantasy, originale per l’Italia, come la sceneggiatura, e atipico per una prima serata della Rai. Ci sono anche un sacco di parolacce, infatti a me veniva spontaneo chiedere durante le riprese: “Ma siete sicuri che posso dire queste cose?” Il mio personaggio poi non sa fare molto la madre, è molto divertente ma anche molto forte. Si tratta di un mondo matriarcale quello raccontato nella serie tv, in cui le protagoniste si meravigliano di come vadano le cose sulla terra.
Metaforicamente Sirene è la trasposizione della battaglia più antica del mondo, quella tra maschi e femmine, riproposta attraverso la mitologia che vuole Napoli simbolicamente fondata dalla Sirena Partenope il cui corpo sarebbe sepolto sotto al Castel dell’Ovo. La serie sarà in onda in 12 episodi per 6 puntate su Rai1 il prossimo anno.