Sull’ultimo numero di Vanity Fair, Benedict Cumberbatch racconta la sua vita spericolata prima di diventare la star internazionale di Sherlock, tra mille (dis)avventure prima in Himalaya e poi in Africa, dove ha rischiato di morire.
Il ruolo che però gli calza alla pefezione non è l’avventuriero, bensì “il genio disadattato”, come scrive Vanity Fair, che può essere visto dalla parlantina dettagliata e calcolatrice di Sherlock Holmes, – ruolo che ricopre dal 2011 nella popolare serie tv britannica – a quella del matematico di The Imitation Game, finendo con l’egocentrico Doctor Strange.
Per scoprire un inedito Benedict Cumberbatch prima di Sherlock, bisogna tornare indietro nel tempo, a quando l’attore aveva 19 anni e decise di intraprendere un viaggio in Himalaya, sulle montagne più alte del mondo, dove ha insegnato inglese ai monaci tibetani in un paesino collinoso, e nei fine settimana si lasciava andare a sport di ogni tipo: dal rafting sulle rapide del fiume Kali Gandaki al trekking nei paesaggi deserti del Rajasthan. Poi la sfida sull’Himalaya.
Benedict Cumberbatch racconta a Vanity Fair della sua esperienza tra le montagne di Kathmandu, in Nepal, quando lui e tre amici si persero. Stremati dal viaggio, con i viveri che scarseggiavano, l’attore di Sherlock ricorda la paura durante la terza notte di accampamento: “Ho cominciato a sognare roba davvero strana.” Solo dopo molto camminare seguendo il fiume, poi scendendo a bassa quota, sempre a temperature critiche, Benedict e gli altri raggiunsero finalmente un piccolo paesino dove vennero accolti e curati dagli abitanti.
Il brivido per la vita spericolata ha sempre attratto Benedict Cumberbatch, che dopo l’esperienza sull’Himalaya, è sceso in Sudafrica dove ha quasi incontrato la morte. Era il 2004 e l’attore si trovava lì a girare una miniserie della BBC intitolata To the Ends of the Earth. Un giorno lui e due attori del cast andarono a fare immersioni, ma al ritorno rimasero bloccati su un tratto di strada noto per essere frequentato da rapinatori, che preso di mira proprio loro.
“Quando senti che stai per morire capisci che quelle sensazioni non le proverai mai più: la birra fredda, una sigaretta, il sole sulla pelle”, ricorda Benedict Cumberbatch che a Vanity Fair racconta come sei rapinatori costrinsero lui e gli altri due interpreti del cast a prepararsi per una specie di esecuzione. Alla fine tutto andò per il meglio perché i malviventi fuggirono, ma quella terribile esperienza lo cambiò profondamente: “Credo mi abbia solo reso un po’ più temerario”.
La vera avventura però è iniziata con il matrimonio e la paternità. Benedict e Sophie Hunter si sono conosciuti vent’anni fa, frequentandosi lontano dai riflettori, e sposandosi il 14 febbraio 2015. Dalla loro unione è nato Kit. “Avere un figlio è una cosa enorme”, dichiara a Vanity Fair. “Quando diventi padre capisci davvero che cosa vuol dire essere figlio.”