Basta polemiche per Rocco Schiavone. Antonio Manzini scende in campo per difendere a spada tratta il suo personaggio, che mai prima d’ora era stato sommerso da critiche e polemiche provenienti da tutti i fronti. Nel corso di un’intervista con La Repubblica, l’autore ha risposto alle accuse sulla fiction di Rai2, esponendo anche le sue opinioni su quello che è diventato un vero e proprio caso politico.
A chi punta il dito contro Rocco Schiavone definendolo un “corrotto e delinquente”, che non dà il buono esempio, Antonio Manzini replica: “Non credo negli eroi senza macchia e senza paura, ma credo nelle persone umane. Rocco Schiavone è un uomo e ha un’umanità molto forte, è empatico.”
Il suo personaggio letterario non è un supereroe che combatte il crimine, ma soltanto un uomo che cerca di fare la cosa giusta ogni giorno, come direbbe l’interprete Marco Giallini alla moglie, in una scena di Rocco Schiavone: “Vivo per campare, Marina”. Se proprio volessimo accostare il vicequestore romano a qualche supereroe, potremmo definirlo una sorta di Batman, ovvero un cavaliere oscuro dal passato segnato che agisce per conto suo al fine di aiutare gli altri. “Ha un senso dell’etica tutto suo ma crede nella giustizia”, continua Manzini.
Nonostante le accuse alla fiction e al pubblico di Rai2, che secondo Gasparri sarebbe “imbecille”, Rocco Schiavone continua a piacere e lo dimostra con quei 4 milioni di telespettatori che ogni mercoledì decidono di sintonizzarsi sul canale per seguire le vicende di questo oscuro antieroe romano.
Riguardo le critiche, Antonio Manzini mette a tacere tutti e confida a La Repubblica: “Le polemiche non m’interessano. Non mi riguardano e non è mio compito commentarle. Io scrivo libri e quando si scrive si è liberi”. Rocco Schiavone fuma cannabis già da quattro anni nei libri, ma il grande polverone mediatico è sorto solo quando il personaggio è stato trasportato sullo schermo.
“Dietro questo poliziotto scostumato c’è una brava persona. Rocco ce l’ha con i potenti e quelli che hanno torto, per me somiglia più a un missionario che a un detective”, dichiara Manzini a La Repubblica. Insomma, il vicequestore romano continuerà ad essere sotto accusa ancora per molto, ma finché sarà il pubblico a giudicare, la politica potrà fare ben poco per bloccare la messa in onda della fiction: Rocco Schiavone è amato dai telespettatori perché è un uomo vero, con tutte le sue sfaccettature e i suoi demoni personali.