La storia di Joanne, quella della sua famiglia e del nuovo album: Lady Gaga è sulla copertina del numero di dicembre-gennaio di Harper Bazaar e racconta tutto ciò che ha ispirato la lavorazione del suo ultimo, insolito disco.
Scelta come volto del numero speciale per i 150 anni della rivista, la popstar newyorchese è ritratta in un ampio servizio fotografico, a corredo dell’intervista in cui ha parlato di quanto sia personale il suo ultimo lavoro.
Con l’ormai celebre cappello rosa che è diventato il simbolo di Joanne, la cantante ha parlato della sua famiglia e della fama, della sua vita da Stefanie e quella da Gaga, di come siano cambiate oggi le sue priorità.
Il titolo dell’album e l’omonima canzone Joanne sono ispirati alla storia di sua zia, malata di lupus e spirata in tenerissima età, ma a quanto pare comunque presenza forte per la cantante e la sua famiglia.
Joanne morì quando aveva 19 anni. Ho chiamato il mio album col suo nome, perché la sua presenza è sempre stata importante per me. Il modo migliore per descrivere il mio rapporto con lei è pensarla come un angelo o uno spirito guida o qualsiasi altra cosa si pensa abbia un potere più grande. Joanne è morta di Lupus, che è una malattia autoimmune e da quello che so della storia della mia famiglia, una delle ragioni per cui la sua malattia è peggiorata è stato uno stupro subìto quando era a scuola. Lei è stata abusata sessualmente, è morta 12 anni prima che io nascessi, così tutto quello che so di lei l’ho imparato attraverso racconti e le foto. Ma anche attraverso la rabbia di mio padre guardandolo bere ogni sera o guardando i miei nonni piangere alle cene di Natale quando chiaramente c’era questo posto vuoto che volevano poter riempire.
Lady Gaga ha spiegato anche quanto sia cambiato il suo rapporto con la fama oggi: nessuna rincorsa alla notorietà a tutti i costi, solo la volontà di fare buona musica e raccontarsi – lei che come la zia ha subìto molestie sessuali – come una “combattente e sopravvissuta“.
La fama è la miglior droga che esista. Ma una volta che ti rendi conto chi sei e ciò che conta per te, questo bisogno di averne sempre di più passa. Ciò che conta è che ho una grande famiglia. Io lavoro duro, mi prendo cura di quelli che sono intorno a me e che amo e faccio musica sperando di dare un buon messaggio al mondo. Ho fatto 30 anni quest’anno e sono soddisfatta come donna. Ho una visione chiara di quello che voglio. Questo, per me, è il successo. Voglio essere qualcuno che combatte per la verità. Non per avere più attenzione, più fama e più lodi. Vedo mia madre e il modo in cui ha amato mio padre attraverso il suo dolore e vedo i miei nonni e che cosa hanno speso – questa è la triade della forza. Salute, felicità e amore – queste sono le cose che sono centrali per una donna, credo. Questo è il tipo di donna che voglio essere. Essere una donna oggi vuol dire essere una combattente. Vuol dire essere una sopravvissuta.