Sgarbati come Rocco Schiavone, meteoropatici come Montalbano, intrattabili come Sherlock Holmes, politicamente scorretti come Coliandro, ma simpatici e affascinanti: il mondo del crimine letterario si colora di mille sfaccettature con i suoi detective immaginari. I romanzi polizieschi sono diventati fonte d’ispirazione per molte serie televisive, che hanno sfruttato la popolarità del personaggio per creare dei prodotti intelligenti destinati non solo agli amanti del giallo, ma anche a una fascia più ampia di pubblico.
Stasera su Rai2 debutta Rocco Schiavone, il vicequestore burbero e carismatico come Dr. House, cui nessuno osa avvicinarsi a causa dei suoi modi poco ortodossi. La fiction tratta dai romanzi di successo di Antonio Manzini vede un altro detective cavalcare l’onda del piccolo schermo, così come prima di lui avevano fatto Montalbano, Coliandro e Sherlock. Con i suoi metodi d’indagine fuori dal comune, il personaggio interpretato da Marco Giallini può considerarsi l’erede dei suoi più famosi predecessori detective?
Dipendenze e vizietti. Rocco Schiavone è un romano doc, un saccente, sarcastico fino al midollo, e odia tutto e tutti. Sopratutto il suo nuovo lavoro ad Aosta. Per una persona nata e cresciuta nella Capitale, spostarsi al nord (per motivi disciplinari) in una città confinata, buia e gelida, è un vero trauma. Però ha un vizietto, che lo accomuna un po’ agli altri suoi colleghi: prima di mettersi al lavoro, il vicequestore deve fumare il suo spinello, che lui definisce “la preghiera laica del mattino”, e poi riesce a ricevere quella spinta mattutina per cominciare ad indagare. Allo stesso modo, Sherlock Holmes, che fa uso di cocaina o morfina, a seconda delle ‘crisi’ in cui si trova coinvolto a livello emotivo. Arthur Conan Doyle, tuttavia, decise di modificare questa dipendenza nel corso dei successivi romanzi, e di sostituirla con quella della classica pipa, un’immagine diventata familiare presso i lettori più giovani. Più ‘puliti’, invece, Montalbano e Coliandro.
Traumi e demoni interiori. Si sa che sotto ogni personalità così forte, si nasconde sempre una fragilità interiore. Sotto quella scorza inaccessibile, Rocco Schiavone ha una ferita aperta sul cuore, che non riesce più a rimarginarsi. Sua moglie è morta anni prima, e da allora la sogna e la vede sotto forma di fantasma, come se fosse ancora viva e vegeta accanto a lui. Lo stesso potrebbe dirsi del commissario Montalbano. La perdita della madre lo ha segnato, tanto da rivedere figure femminili nelle persone che hanno svolto la professione di insegnante. Di tutt’altro livello Sherlock, la cui vita personale sembra essere un assoluto mistero. Più aperto e sfrontato Coliando, che non ha particolari drammi in cui crogiolarsi.
Le donne. Rocco Schiavone è circondato da tre donne con cui ha stabilito un diverso rapporto: a parte la moglie defunta, c’è l’amante che frequenta abitualmente, e ha simpatia per una collega del suo distretto. Sherlock invece resta un mistero. Il detective ha sempre preferito non farsi coinvolgere in storie amorose che potrebbero annebbiare la sua mente (“l’amore è un’emozione, e tutto ciò che è emozione contrasta con la fredda logica”). Tuttavia prova grande ammirazione per Irene Adler, l’unica donna in grado di poterlo sfidare in eccellenti gare di intelligenza. L’ispettore Coliandro è chiaramente sessista: per lui le donne non hanno fegato per stare in polizia, però si prende una sbandata per qualunque bella ragazza resti a vario titolo coinvolta nelle indagini. Il complessato Montalbano invece ha una lunga e difficile relazione a distanza con Livia Burlando, ma questo non gli impedisce di subire il fascino delle belle siciliane che incrocia affrontando i suoi casi.
I metodi d’indagine. Gli amici di Rocco Schiavone sono dei ladruncoli, lui invece ha seguito tutt’altra vocazione. Abile e intuitivo nello scoprire i colpevoli, il suo metodo d’indagine certamente è agli antipodi rispetto a quello di Sherlock Holmes, l’applicatore del metodo scientifico nella risoluzione dei casi. La sua deduzione e la sua forte attenzione ai dettagli hanno reso il detective inglese tra i più imitati al mondo. Al suo pari, il Commissario Montalbano, che nonostante il rapporto di amore-odio verso la tecnologia, non disprezza l’apertura verso un metodo di indagine più moderno. Infine, Coliandro si troverebbe alquanto in imbarazzo a confronto coi suoi colleghi detective: imbranato e pasticcione, l’ispettore gioca a fare il duro poliziotto all’americana, buttandosi quasi per caso nelle indagini, che però riesce brillantemente e incredibilmente a risolvere con intuito e fortuna.
Il primo appuntamento con Rocco Schiavone è per questa sera alle ore 21:20 su Rai2. Il secondo episodio verrà trasmesso venerdì 11, per poi tornare alla consueta programmazione del mercoledì sera, stessa ora.