C’era da aspettarselo? Forse si, se si inquadrano nella giusta luce le intenzioni di Sylvester Stallone e i suoi ultimi trascorsi sul grande schermo, il suo ritorno in auge. E anche, aggiungerei, c’era da aspettarselo se si ha il polso di una certa situazione politica che, non tutti lo riconoscono, può essere sicuramente termometro di incassi più o meno agevoli.
Dunque Rambo tornerà sul grande schermo con una rinascita del personaggio o, come definibile in gergo appropriato, con un reboot; questa ovviamente potrebbe essere una buona notizia per alcuni, non certo per tutti. L’eventuale bontà della notizia sarebbe supportata da alcuni fattori oggettivamente riconosciuti come positivi: innanzitutto la bella storia che è alla base del primo film, la quale riuscì in parte a riordinare o comunque a riaccendere i riflettori (anche se ovviamente con visioni di parte) su certi pensieri a riguardo di un periodo storico molto controverso nella coscienza USA. Il conflitto in Vietnam, visto dalla parte di un reduce, segnò al debutto del film una sorta di pacificazione cinematografica fra due correnti di pensiero diametralmente opposte: guerrafondai e pacifisti trovano in Rambo quella sorta di compromesso per uscire “diplomaticamente” dall’impasse della polemica eterna.
C’è poi da prendere in considerazione anche un altro importante fattore che inciderà non poco sull’eventuale rinascita di questo personaggio, forse quello principale: non sarà lo stesso Sly ad incarnarlo. E questo non poteva essere diversamente, anche a detta dello stesso Stallone che, nonostante la delusione per non essere stato in grado di portare sul grande schermo il quinto episodio del franchise, ha ammesso (finalmente), di non avere più il fisico per essere credibile in determinati panni. Insomma ci ha messo un po’, ma alla fine si è arreso, al netto di anabolizzanti e intrugli “metachimici”. Ma ciò premesso, che margine di riuscita potrebbe avere il reboot di questo mito che ha oltrepassato i confini cinematografici, riuscendo a diventare sinonimo di un certo modo di fare e di essere?
Prematuro ovviamente discuterne ora, anche perché le notizie al momento sono ancora scarne: per ora è chiaro solo che la sceneggiatura sarà di Brooks McLaren, che ha “riordinato” First Blood il romanzo originale di David Morrell, pubblicato nel 1972 e dal quale è stata tratta la pellicola. In cosa consiste questo riordino? In primis, e se ne sospettava l’intenzione, nel far tornare il combattente Rambo non dal Vietnam, ma da uno scenario molto più attuale, che presumibilmente potrebbe essere Afghanistan o Iraq. Ecco. Appunto. Il clima politico di cui si accennava sopra e che può ovviamente determinare anche un allineamento dei botteghini.
Per quanto concerne la regia, si sa che sarà firmata da Ariel Vromen. Rimane da capire ora chi sarà il protagonista che sarà aizzato contro tutti. Sarà una bella sfida: il confronto da reggere sarà molto pesante. Rambo, quel Rambo, fa parte dell’immaginario comune di svariate generazioni. Un personaggio sedimentato nella coscienza di tutti, al pari, ma forse anche di più, dei supereroi più famosi. Provate a fare un benchè minimo atto coraggioso o avventuroso e vedrete se i vostri amici vi chiameranno Rambo, o Superman o Batman. Sly tutto questo lo sa e sul fatto rimanga completamente fuori dal tutto non ci giurerei. Lo Stallone italiano non molla facilmente la presa, l’ha già dimostrato ampiamente.