Gli abitanti di Goro e Gorino hanno per il momento vinto la loro battaglia. Sono riusciti nella “titanica impresa” di respingere al mittente 12 donne ed 8 bambini migranti. Hanno alzato transenne e barricate quelli di Goro e Gorino per impedire che i loro pacifici ed opulenti paeselli fosse invasi da questi “pericolosissimi” migranti. Il comportamento degli abitanti di Goro e Gorino, in provincia di Ferrara, è spregevole. Donne e bambini in difficoltà vanno aiutati in tutti i modi. Gli abitanti di Goro e Gorino sono razzisti perché non hanno voluto rischiare di mescolare il loro della propria pelle con quella dei migranti. Gli abitanti di Goro e Gorino si sono meritati pienamente insulti e condanne politiche, etiche e sociali.
Ma gli abitanti di Goro e Gorino non hanno tutti i torti. E’ comodo criticare chi respinge quando gli emigranti bussano alla porta altrui e non alla nostra. Mi chiedo come si sarebbero regolati gli indignati furenti se l’invasione dei migranti fosse stata imposta nel loro quartiere o nel loro paesello? Sono convinto che non sarebbero stati né solidali né accoglienti ché a chiacchiere siam tutti buoni ma quando si tratta di sacrificarci la cosa diventa ben diversa.
Non hanno tutti i torti gli abitanti di Goro e Gorino ad alzare barricate contro un atto di prepotenza istituzionale che vuole scaricare il problema su di una piccola comunità senza una condivisa assunzione di responsabilità da parte sia delle Istituzioni che degli altri centri viciniori. La vicenda è stata gestita male dallo Stato come ha ammesso lo stesso Primo Ministro Matteo Renzi (leggi di più).
Io sono figlio e nipote di migranti. Sono anche io nato in Germania dove i miei genitori erano emigrati per sfuggire alla povertà del paese d’origine. Credo fermamente che chi sfugga dalla guerra e dalla miseria abbia diritto di esser aiutato ed accolto. Specialmente le donne ed i bambini. Ma l’accoglienza deve esser equamente ripartita in base alla popolazione di ogni regione, città, paese. In questo modo si potrebbe scongiurare ogni pericolo d’invasione, integrare i migranti nella comunità locale, stabilire un clima di serenità e pacifica convivenza che si arricchisce anche per le diversità. Tocca allo Stato stabilire e praticare questo criterio di ripartizione democratica e demografica dell’accoglienza senza violente imposizioni alle comunità locali.