Alle Home Visit di X Factor 10 abbiamo assistito ad un colpo di scena: i Jarvis, inizialmente scelti da Alvaro Soler per accedere ai Live Show, hanno improvvisamente rinunciato all’ingresso nel programma per “motivi personali”. Ma non credeteci.
La risposta di Sony Music e l’indagine del Codacons
Che la decima edizione di X Factor – tra magheggi di montaggio e sotterfugi – sia in assoluto la peggiore della storia del talent show è ormai un dato di fatto e contro il colosso “Sony” si schiera il web a supporto degli artisti. Forse per la musica italiana, e per gli artisti intelligenti che fanno musica in Italia, c’è ancora una speranza.
L’intenzione del giorno era quella di contattare i Jarvis per indagare sui loro “motivi personali” ma il mio mentore, Michele Monina, mi ha preceduta spiegando ogni dettaglio dell’addio dei Jarvis al programma.
Scrive Monina su Linkiesta:
Il loro manager, Larsen Premoli, mi racconta che la loro partecipazione a X Factor non è stata una loro idea. Un redattore del programma li ha avvicinati al Rock’n’ Roll di Milano, storico locale dove si tengono live in zona Stazione Centrale, fingendo di trovarsi lì per caso e invitandoli a presentarsi alle audizioni. Il ragionamento espresso dall’autore, dice il manager, è stato semplice. Gli ultimi artisti che hanno funzionato tra quelli usciti dai talent sono state band maschili, dai Dear Jack di Alessio Bernabei ai The Kolors. X Factor non ha mai fatto nulla di rilevante, a riguardo, questo sarebbe potuto essere l’anno giusto.
I ragazzi partecipano. Firmano un faldone di contratto con la produzione che li impegna, successivamente, a firmarne uno per i Bootcamp, e poi uno per gli Home Visit. Nel caso di ingresso nei Live il contratto con la Fremantle, casa di produzione cui Sky ha affidato il programma, prevede l’impegno a firmare un nuovo contratto, pena l’esclusione dal programma.
Fin qui poche sono le novità per chi fa parte del settore. Le audizioni, in parte, sono una farsa e di anno in anno aumentano esponenzialmente gli aspiranti concorrenti arruolati dalla produzione in tutta Italia.
Dopo i primi contratti firmati per proseguire la scalata verso i Live Show, ai Jarvis – a Barcellona con Alvaro Soler per le Home Visit – ne viene sottoposto uno nuovo e ben più restrittivo: un contratto onnicomprensivo con Sony per 5 album + 1 della durata di 12/18 mesi ciascuno. Un ricatto, quindi. O firmi e mi dai tutto per i prossimi 8-10 anni, oppure non entri.
Continua Monina:
Il contratto prevede una scrittura artistica con Fremantle, un contratto di opzione discografica per cinque album più uno con Sony (eventuali Ep o lavori con meno di nove tracce fuori dal contratto), contratto di edizioni musicali con Sony Publishing, contratto di management con Sony, e contratto di Booking delegato a Sony , in attesa di successivi accordi.
Eccoli, i “motivi personali” dei Jarvis che in questa esperienza hanno commesso un solo errore: crederci. Credere al fatto che il talent show potesse realmente dare loro visibilità a costo zero, credere nel nuovo modo di promuovere gli emergenti che in Italia (forse nel resto del mondo un po’ meno) assume caratteristiche losche, ai limiti della legalità.
Ora fateci un favore: spegnete la TV.
“Sunday Morning” è una delle 5 bonus track incluse nella “deluxe edition” del nostro disco, prodotto da RecLab Studios….
Pubblicato da JARVIS su Giovedì 20 ottobre 2016
scusate l’ingenuità. .ma dove sta la tragedia per degli emergenti di firmare con un colosso come la sony? Non sarebbe garanzia di lavoro management e visibilità? che alternative migliori hanno per la loro carriera?