Io sono napoletano. E lo dico con orgoglio. E sono pronto anche a scriverlo sul modulo d’ammissione alle scuole d’Inghilterra e Galles che hanno distinto gli abitanti del Bel Paese in quattro categorie: italiano, napoletano, siciliano, altro. Questo modulo ha creato un conflitto diplomatico tra l’Ambasciata d’Italia ed il Foreign Office.
Molti si sono sentiti discriminati come se napoletano fosse un insulto. L’Ambasciatore ha preteso le scuse, il Foreign Office ha promesso che i moduli saranno corretti. Dunque finiremo tutti nello stesso calderone e non saremo più distinti. Non più napoletano, siciliano, altro ma tutti italiani (leggi di più).
Io invece avrei preferito esser distinto dal resto degli italiani. Napoletano è qualcosa di speciale. Napoletano è colui che si dimostri degno della grande eredità storica, culturale, artistica, sociale della città. Napoletano è colui che è l’erede di tremila e più anni storia tra Egiziani e Greci, Romani e Borbone, Angioini e Svevi. Napoletano è colui che condivide le strade, le piazze, le case e le chiese che furono abitate dal genio artistico e culturale di Mozart, Rossini, Leopardi, Caravaggio, Croce, De Filippo, Maradona. Napoli è la città che ha chiuso le porte all’Inquisizione ed ha cacciato armi in pugno l’occupatore nazista, la città di Masaniello e della Pimental, del Teatro di San Carlo e del Barocco trionfante. Napoletano non significa esser nato o abitare a Napoli. Si può esser un grande napoletano ma vivere in Australia ed un pessimo napoletano essendo nato tra i Decumani.
Napoletano non è un attributo residenziale e/o anagrafico. Napoletano è una condizione dell’anima: creatività, tolleranza, inclusione, fatalismo e ribellione, miseria e ricchezza, nobiltà e plebeismo. C’è da esser orgogliosi per l’epiteto napoletano. Io me ne vanto ed i moduli non li avrei cambiati. Come napoletano, anche se non nato o residente a Napoli, amo Napoli e sono orgoglioso di definirmi tale. E da domani quando dovrò precisare la mia cittadinanza scriverò: napoletano del cuore, cittadino del mondo per decisione.