Debutta su HBO una nuova serie pronta a diventare il prossimo capolavoro del canale: Westworld, creata da Jonathan Nolan e Lisa Joy, con J.J. Abrams tra i produttori esecutivi. La serie è basata sul film Il mondo dei Robot di Michael Crichton e narra di avventuristico parco a tema chiamato appunto Westworld, dove ogni anno clienti ricchi e facoltosi si prestano come ‘ospiti’ e vivono ogni giorno le storie create per loro dagli spietati gestori del parco.
A Westworld “tutto è concesso”, come recita il sottotitolo dato alla serie che verrà trasmessa su Sky Atlantic a partire dal 3 ottobre. Così i nuovi visitatori possono fare di tutto, dall’uccidere ad abbandonarsi ai piaceri più sfrenati. Ogni cosa è a discapito dei robot del parco. Qualcosa però inizia a sfuggire al controllo dei responsabili di Westworld. Alcuni androidi, tra cui Dolores, iniziano a ricordare frammenti del loro passato.
La domanda che si pongono tutti è questa: lasciare che i robot agiscano da soli o continuare a controllarli? Il creatore del parco, il dottor Ford, sembra davvero incuriosito da questa capacità autonoma che le sue creature stanno acquistando. Perché guardare Westworld? Vi diamo 5 motivi.
1.I grandi nomi (e numeri) di Westworld
La serie HBO ha puntato davvero in alto con Westworld, sia dal cast che dal costo. Basti pensare che il canale via cavo crede così tanto nel progetto di Nolan e Abrams che prevede 5 stagioni. Il budget è stellare, si parla di 100 milioni di dollari nella sola prima stagione, e il prezzo è giustificato se si guarda ai grandi nomi presenti. Da Anthony Hopkins nel ruolo di Robert Ford, a Evan Rachel Wood (Dolores), fino a Ed Harris (nei panni emblematici e cattivi dell’Uomo in Nero) e James Marsden (Teddy Flood).
2. I riferimenti
Quando si guarda Westworld è impossibile non pensare a Jurassic Park. Stessa tematica, stessi ‘robot’ messi nel parco. Non è un caso che l’autore sia Crichton, che nel libro faceva ribellare i dinosauri ai suoi creatori, affrontando la teoria del caos e della natura che gira le spalle all’uomo. In Westworld il paragone non fa una piega; nel film Il mondo dei Robot, infatti, accade la stessa cosa: robot contro uomo. Il mondo idealizzato del parco avventuristico ci fa pensare anche al The Truman Show, dove ognuno recita una parte, finché il protagonista (in questo caso Dolores) si rende conto che c’è qualcosa che non va. L’occhio degli gestori di Westworld ci ricorda anche il concetto del Grande Fratello, in cui ogni persona non sa di essere ripresa dalle telecamere.
3. Le tante storie intrecciate
In Westworld ci sono molte linee narrative. Oltre la grande trama principale del parco e dei suoi robot, si delineano altre subplots, alcune interessanti, altre superflue (per ora). Dolores ha una routine quotidiana: ogni giorno si alza, saluta suo padre e aspetta l’amato Teddy; l’Uomo in Nero è a Westworld da parecchi anni e il suo scopo sembra solo uccidere persone da lui scelte: perché lo fa? Cosa sta cercando? Dietro di loro, ci sono le storie di alcuni responsabili del parco. Troppe, tante storie intrecciate, che potrebbero rischiare di generare una confusione generale se non si trova una linea in comune.
4. Uomo contro robot, uomo contro natura
Abbiamo già citato le tematiche affrontate in Westworld. Sempre attuale è il concetto di uomo contro robot e uomo contro natura. Il dottor Ford si crede un moderno Frankenstein che parla con le sue creature e cerca di capirle, in uno scenario in cui l’essere umano gioca a fare Dio e modella a sua immagine e somiglianza gli androidi con cui gioca. Questo finché le intelligenze artificiali non si ribelleranno, perché la natura deve fare il suo corso. Come diceva Ian Malcolm in Jurassic Park, “la vita vince sempre”. E questo è un processo che non può essere fermato.
5. “Queste violenti gioie hanno violenta fine”
In Westworld lo spettatore conosce il parco attraverso il personaggio di Dolores. Sono i suoi occhi i primi ad essere inquadrati. È la sua innocenza e la sua purezza a contagiarci e a farci credere che bisogna vedere la bellezza nelle cose, perché solo così si può capirne il loro scopo. Westworld è un mondi idilliaco e fin troppo perfetto per essere vero. Per questo la frase di Shakespeare che suo padre le sussurra nell’orecchio, “queste violenti gioie hanno violenta fine” inizierà ad avere un senso nel momento in cui la ragazza capirà che la sua vita finora è stata una menzogna ben costruita. E come tale dovrà decidere se accettarla oppure opporsi in maniera drastica.