Istrionico, eclettico, fuori dagli schemi: solo poche parole per definire l’estro artistico di Renato Zero, prossimamente su Rai 1 con lo speciale dedicato alla tre giorni all’Arena di Verona. A qualche giorno dall’evento e dal tour nei palasport, il cantautore romano si racconta sulle pagine di Corriere della Sera, nelle quali ha parlato dei suoi esordi ma anche del problema talent, che a oggi sembra diventato l’unico modo per provare ad affacciarsi sul mondo della musica.
Un esordio sicuramente difficile, quello di Renato Zero, che ha dovuto testare l’apprezzamento del pubblico prima ancora di potersi chiamare artista. Sono stati il Piper, il pubblico e la passione per un qualcosa per la quale sentiva di essere nato a fargli capire di avere la stoffa della star ed è forse anche per questo che Renato ha dichiarato di trovare poco stimolanti i talent show, sebbene ne sia stato più volte ospite.
È forse il contatto diretto con pubblico, quello che manca ai talent show, e il bisogno costante di sentirsi parte di un mondo fatto di emozioni e pathos. Quelle stesse emozioni che Renato Zero ha sentito sul palco del Festival di Sanremo 2016, quando è stato ospite di Carlo Conti per l’anteprima dell’ennesimo successo annunciato: Alt.
Una questione di opportunità che ha fatto virare la musica dai club e le cantine ai talent show – secondo Renato – che a oggi sembra non esistere più. Il romanzo di formazione di cui l’artista è protagonista – e che, sotto un certo punto di vista, lo rende identitario – è ormai scaduto, a favore di un mercato che oramai è saturo di richieste e proposte, finendo in un’inevitabile fase di stallo.
“I talent sono una buona palestra: attraverso le telecamere i ragazzi riescono a esprimere la loro personalità, i loro gusti e le loro tendenze, però li trovo poco stimolanti. Io vengo dal Piper, da locali con 400 persone, dove avevi un contatto costante con la gente”, spiega Renato, ed è quel contatto che gli ha permesso di avere un seguito di fan che oggi somiglia a un esercito, tra zerofolli, sorcini e neofiti che ogni giorno sognano e sperano con la sua musica.
E al suo pubblico Renato si rivolgerà sabato 17 settembre, per Arenà, con una regia del tutto particolare che proporrà un evento unico che si allontana dal concerto nudo e crudo. Un racconto nel quale i talenti voluti sul palco da Renato sono stati sapientemente inseriti come tasselli di un mosaico fatto di emozioni, musica e spettacolo basato su un unico numero: Zero!