Alla Mostra del Cinema di Venezia è arrivato Piuma, terzo film di Roan Johnson, girato in italiano con la partecipazione di Francesca Michielin alla colonna sonora.
La pellicola racconta la storia di Ferro (Luigi Fedele) e Cate (Blu Yoshimi), due diciottenni innamorati, alle prese con la maturità e le scelte per il futuro. Una gravidanza inattesa rimescola le carte e li costringe a confrontarsi con una realtà a loro ancora sconosciuta: le famiglie di entrambi, quella accogliente e apparentemente perfetta di Ferro contro quella fuori dagli schemi di Blu. A questo si aggiungono gli esami di maturità, le vacanze post liceo con gli amici (che capiscono la situazione di Ferro e Cate, ma sono convinti a partire ugualmente), il lavoro che non c’è e scarseggia. Per i due giovani saranno nove mesi intensi, fatti di tentennamenti, crisi, speranze e voglia di cambiare, in cui cercheranno di non perdere per strada la purezza del loro amore. E sì, sceglieranno anche il nome per la loro bambina.
Piuma ha fatto un po’ discutere al suo debutto alla Mostra del Cinema di Venezia. Durante la prima proiezione, il film è stato accolto con fischi di disappunto. Alla seconda proiezione, applausi e risate. A chi dar retta? Roan Johnson affronta in maniera leggera, come una Piuma appunto, il tema della maternità, dell’essere genitori e della maturità, con due giovani interpreti che se la cavano abbastanza bene sullo schermo. C’è una sorta di ingenuità (ma in senso buono) nel personaggio di Ferro: tipico ragazzino romano, un po’ cool, ma l’apparenza spesso inganna e infatti lui decide di prende seriamente la sua voglia di diventare padre e accudire la bambina con Cate. La ragazza, al contrario, è già una donna matura. È lei a prendersi cura della sua famiglia disastrata, del padre fannullone, sempre col sorriso e con il senso di responsabilità.
Piuma mescola una buona dose di ironia e spensieratezza (forse per questo è stato criticato) senza dimenticare la giusta riflessione su dei temi così importanti. La paperella di gomma gialla, che si vede galleggiare all’inizio della pellicola insieme a centinaia di sue simili, è infatti il simbolo di Piuma: “è nata per stare in una vasca, può invece solcare gli oceani di tutto il mondo”, ha spiegato il regista Johnson.
A dare quel pizzico di leggerezza ci pensa la delicata voce di Francesca Michielin, che era presente anche lei durante la conferenza stampa del film.
Alla cantante è stato chiesto come fosse nata l’idea del brano “Almeno tu” (che viene ascoltata nei titoli di coda), contenuto nel suo album “Di20are”, e la Michielin ha così risposto: “Inizialmente mi era stato detto di creare una canzone ad hoc e avevo iniziato a scriverla dopo aver visto il film. Invece ho sentito che ‘Almeno tu’ era perfetta per questo: all’inizio del film non si sente mai la frase ‘Ti amo’, e nemmeno nel mio pezzo. Però a volte sono più forti altri tipi di frasi e di altre cose”. La Michielin ha infine sottolineato come sia nella pellicola che nella sua canzone emerga la volontà di prendersi sempre cura di qualcuno anche davanti le difficoltà.