Ma chi lo ha detto che l’Inferno è il luogo di punizione per eccellenza? In tempi difficili, in cui le religioni maggiori trovano rinnovato vigore integralista per seminare panico e terrore, certi inferni possono tramutarsi in ghiotte occasioni lucrative. E quindi paradisi, per certi versi. Soprattutto quando poi ci sono di mezzo produzioni milionarie che ne decantano aspetti e vicissitudini. In questo caso, questo Inferno, frutterà soldi a palate. È l’Inferno di Dan Brown che si appresta infatti al suo debutto mondiale sul grande schermo, con tanto di grandi preparativi per l’occasione da celebrare a Firenze. Bellissima occasione di vetrina per una bellissima città, orgoglio di Italia e del mondo. È qui infatti che è stata organizzata la grande e numerosa parata di attori regista e addetti ai lavori, che sbarcheranno in massa per pubblicizzare il colossal di Ron Howard.
Cioè, se ancora non è chiaro, il capoluogo toscano sarà per qualche giorno una sorta di succursale Hollywoodiana. Non poteva essere diversamente, dal momento che poi il film è stato girato in gran parte proprio tra musei e strade della bella città. Il tutto avverrà in una gran baldoria di flash che accecheranno i convenuti per tre giorni: il 6 ottobre, quando ci sarà la presentazione ufficiale della pellicola nel Salone de’ Cinquecento, presente tutto il cast. Il 7 ottobre, quando una festa al Forte Belvedere, riconsegnerà l’intero entourage ai media di tutto il mondo e infine sabato 8 ottobre, quando Inferno debutterà sul Grande schermo del Teatro dell’Opera, con ospiti ben 2.000 persone.
Tutto alla grande, tutto ben organizzato e soprattutto molto remunerativo per le casse del comune di Firenze: incassati 250.000 euro per la concessione del palazzo simbolo della città per le riprese, 25.000 euro di tassa di soggiorno e 30.000 euro per il restauro del pavimento in cotto del Salone dei Cinquecento (altri 250.000 euro sono poi andati alla Soprintendenza che ha dato il nulla osta per i ciak fatti tra Uffizi, Corridoio Vasariano, Boboli e Palazzo Pitti). Insomma un bel giro di affari che ha smosso un po’ le acque stagnanti della nostra economia locale (e le smuoverà ancora un bel po’ con l’eco dell’indotto che si creerà intorno alla pellicola). Con queste premesse, ci sarebbe quasi da auspicare una calata Hollywoodiana per ogni città italiana. Tenendo però sempre a bada la politica…