Eccola in apertura articolo la vignetta incriminata di Charlie Hebdo sul terremoto che ha colpito Amatrice, Accumoli, Arquata del Tronto ed in generale, buona parte dell’Italia centrale. Il settimanale satirico francese è accusato di poco tatto in occasione di un evento così tragico o elogiato per il genio indiscusso dell’autore e disegnatore Felix, a seconda dei casi. La questione ha sollevato un gran polverone sul web, sui social la discussione impazza.
La foto della vignetta di Charlie Hebdo ha bisogno davvero di poche parole per essere descritta: il “terremoto all’italiana” ci serve sul piatto feriti “insanguinati e gratinati” non da sugo e pan grattato ma da sangue e macerie e una lasagna stratiforme dei corpi delle nostre vittime, intervallati a pilastri, cemento e mattoni crollati. Un colpo allo stomaco e al cuore, di sicuro l’effetto che Felix voleva ottenere dalla Valle d’Aosta alla Sicilia.
I più sono indignati su quanto illustrato in maniera così forte: i corpi delle vittime non hanno ancora ottenuto tutti la giusta sepoltura, eppure Charlie Hebdo fa satira su quanto brucia di più in questo momento. Poco tatto e cattivo gusto, questo il mood che trapela soprattutto su Twitter dove l’hashtag relativo alla rivista è primo nelle tendenze; eh si, proprio sul social dove una manciata di mesi fa, si twittava #jesuishebdo a seguito dei cruenti fatti terroristici avvenuti a Parigi per opera dell’ISIS.
Molto inferiori di numero ma, allo stesso tempo, ben decisi coloro che ritengono quella di Charlie Hebdo la vera satira, quella con la S maiuscola che giustamente indigna e fa riflettere. Che riconosce a Felix il merito di essere andato al cuore della triste vicenda: il terremoto all’italiana ha restituito quasi 300 vittime e innumerevoli danni alle case, al patrimonio artistico e pubblico proprio perché avvenuto nella nostra penisola dove non si costruisce come si deve e dove non si fa ancora oggi la giusta prevenzione ai sismi.
Una questione che è destinata ancora a produrre pagine e pagine di opinioni di commentatori, giornalisti e gente comune. La vignetta sul terremoto è di quelle che non dimenticheremo tanto presto.