Ci si abitua spesso a tutto, anche all’indicibile. Ci si abitua troppo spesso alle notizie, alle cronache negative di un mondo convulso. Ci si abitua al male; ed è questo, perdonate il gioco di parole, di per sé il male maggiore. Ci sono però strategie per sviluppare anticorpi essenziali contro l’indifferenza, contro il cinismo dilagante. Sicuramente una di queste è il rendere testimonianza fedele e professionale di ciò che accade. Costantemente. Inesorabilmente. Un esempio in tal senso sarà Ombre sul fondo, docufilm che chiuderà la prossima XIII edizione delle Giornate degli Autori, sezione indipendente della 73esima Mostra Internazionale d’Arte Cinematografica della Biennale di Venezia, promossa da ANAC e 100 autori (dal 31 agosto al 10 settembre alla Mostra del Cinema di Venezia).
Ombre sul fondo è una testimonianza documentata di Domenico Quirico, giornalista inviato di guerra, rapito in Siria l’8 aprile 2013 e liberato dopo 152 giorni di prigionia. Un documentario che racconterà della professione di inviato di guerra, mettendo insieme vari percorsi, testimonianze di disperazione, vite disgregate e votate all’assenza assoluta di ciò che il nostro tranquillo quotidiano ci somministra come presunta serenità. Un viaggio, più viaggi, messi insieme attraverso varie tappe all’insegna della disgrazia dei vari conflitti bellici che solcano soprattutto il popolo. Popolo inteso come gente comune. Angosce totali che poi finiranno, nel lungometraggio, lì dove si colloca l’inizio degli eventi narrati: la Siria, nazione balzata tragicamente agli onori della cronaca per il martirio incrociato al quale è sottoposto. Terra di incroci infamità di potere, agognati equilibri economico-politici; fulcro di interessi geopolitici estranei al benessere collettivo.
Difficile da riordinare la logica di certi conflitti: nascono quasi improvvisi e inaspettatamente prendono direzioni incontrollate, non pianificate dalle trame sotterranee di cui si conosce poco e niente. Come difficile da capire poi, appare la stessa logica della guerra: a conti fatti atto estremo e fondante di qualsiasi crudeltà umana, concetto sommatorio di violenza che c’è stata, c’è sempre e ci sarà ancora. Purtroppo. Ma bisogna conoscere, nonostante tutto. Nonostante la difficoltà estrema nell’orientarsi lucidamente in mezzo al frastuono di più versioni. Mettere insieme i tasselli di una storia, di più storie, perseguendo l’imperativo imprescindibile che fa di un semplice cronista, un valido giornalista: la verità. Comunque e sempre.
Ombre dal fondo va in questo senso con la regia di Paola Piacenza e l’umile e valida professionalità di Domenico Quirico: inviato di guerra tornato dall’inferno di una prigionia, per raccontarci, per ricordarci, che i molteplici inferni sono spesso gestiti da angeli mascherati.