Un EP in arrivo per Simone Vannini, cantautore brianzolo selezionato da Red Ronnie nella quarta puntata di Optima Red Alert, il format ideato da Optima Italia in collaborazione con OM – OptiMagazine e Roxy Bar.
Cresciuto in una famiglia di musicisti, Simone Vannini si è appassionato alla musica fin da bambino. Per diversi anni il suo sogno è rimasto chiuso in un cassetto ma lo scorso gennaio, grazie all’incontro con Paolo Diotti, ha avuto la possibilità di tirare fuori tutto ciò che ha sempre cercato di tenere dentro di sé e prossimamente verrà rilasciato il suo EP di debutto, anticipato dal singolo Ti Ricordi L’Estate, la cui data di uscita non è ancora stata svelata.
Un enorme passo avanti per Simone Vannini, che ha iniziato a comporre i suoi primi testi durante il periodo delle scuole medie, poesie che ha poi trasformato in musica non appena ha imparato a suonare la chitarra a soli 16 anni. Dopo aver dato una “cittadinanza musicale” alle sue parole – così come ci ha raccontato lo stesso cantautore nella nostra intervista -, ha capito che questo poteva essere lo strumento con il quale avrebbe continuato il suo percorso.
Dopo anni di “porte chiuse” e di brani collocati nel suo cassetto, Simone Vannini ha trovato il suo faro che lo guiderà alla realizzazione del suo primo EP. Un sogno che si avvera per il giovane artista, che definisce la sua musica una sorta di “pop cantautorale con venature rock“.
Di seguito l’intervista a Simone Vannini:
Di dove sei e dove suoni?
Sono un cantautore brianzolo e cerco di suonare in locali, cascine, piazze che mi consentano di far ascoltare la mia musica, anche se oggi molti gestori preferiscono affidarsi alle cover band che, avendo magari più “appeal” sul pubblico rispetto a chi non è conosciuto, vanno per la maggiore.
Che tipo di musica fai?
Dovendo trovare una definizione al mio genere musicale direi “pop cantautorale con venature rock” anche se non amo molto le definizioni, preferisco gli spazi aperti.
Come e quando ha iniziato a fare musica?
La musica ha sempre fatto parte della mia vita, mio nonno ha suonato la tromba fino a quasi 95 anni e anche adesso che ne ha 97 ogni tanto riesce ancora a suonare qualcosa! Ho iniziato a scrivere le prime poesie alle medie. L’esigenza di mettere in musica ciò che scrivevo mi ha portato, complice anche un compagno di scuola, ad imparare a strimpellare la chitarra intorno ai 16 anni. La chitarra mi è servita per dare una “cittadinanza musicale” ai miei testi ed era (e lo è tuttora) ciò che volevo da questo strumento. Gli anni universitari sono stati molto prolifici a livello compositivo ma non mi sono mai spinto oltre la “mia stanza”, qualche volta ho “lasciato la porta aperta” e qualche amico/amica ha avuto modo di sentire ciò che scrivevo e cantavo… ma tutto iniziava e finiva li. Solo negli ultimi anni ho deciso di aprire il “mio” cassetto, mettendomi in gioco e “buttando fuori” le mie emozioni… così ho iniziato ad “arrangiare” in modo basilare alcuni pezzi scritti negli anni passati (“E intanto piove..” è del 1997) continuando comunque a scriverne di nuovi. Da gennaio 2016 complice anche l’incontro con Paolo Diotti, musicista, arrangiatore e produttore artistico, ho intrapreso uno step successivo che confluirà nella realizzazione in studio del mio primo EP.
A chi ti ispiri?
Mi ispiro alla vita, alle emozioni quotidiane, semplici o complesse che siano… riesco a scrivere solo di cose che vivo o che osservo nel quotidiano in prima persona. Musicalmente invece la mia fonte di ispirazione sono prevalentemente i cantautori… Battisti, De Gregori, De Andrè, Fossati e Rino Gaetano ma in particolare sono stato folgorato già da bambino da Vasco Rossi, dai suoi testi diretti e crudi ma che ti arrivano dritti al cuore e che “ti prendono e ti portano via”.
Raccontaci un aneddoto.
Un aneddoto…dunque, ah si, una sera mi sarei dovuto esibire in un locale milanese. A 10 minuti dall’inizio del concerto, durante un veloce soundcheck, il mixer del locale, di colpo, decide di abbandonarmi. Quando le speranze di rianimarlo (e quindi di suonare…) sembravano ormai perdute, si palesa un frequentatore del locale (un angelo caduto dal cielo…) dicendo che a casa (poco distante dal locale) aveva un vecchio mixer, inutilizzato da anni. Non essendoci molte alternative lo andammo a recuperare… era un po’ impolverato e al posto di una levetta aveva un cacciavite ma, una volta collegato, tutto andò a buon fine, anche la mia esibizione!