Anche un cantastorie tra i protagonisti di Optima Red Alert: si tratta di Bellavista, artista napoletano selezionato da Red Ronnie in occasione della quarta puntata del format ideato da Optima Italia in collaborazione con OM – OptiMagazine e Roxy Bar.
Con una passione innata per la musica trasmessagli dal padre, Bellavista – nome d’arte di Enzo Fiorentino – ha capito quale fosse la sua strada quando lo stesso gli regalò il suo primo synth: fu amore a prima vista per il cantautore partenopeo che, da quel momento in poi, si è dedicato anima e corpo a seguire il suo sogno.
Tanti gli artisti che hanno segnato il suo percorso e la sua crescita musicale, dai cantautori italiani come Dalla, Endrigo, Gaetano e Fossati, ai cantanti che hanno fatto la storia della musica internazionale come i Beatles e David Bowie. Qualche mese fa, Bellavista ha rilasciato il suo primo album di inediti dal titolo Tarantella nel castello Putipù, al cui interno è contenuto il suo singolo, L’Italienne, presentato proprio durante la quarta puntata di ORA ed inserito nella stessa playlist.
Non solo interprete e autore, ma anche bassista, Bellavista ci ha raccontato di quella volta in cui ha dovuto improvvisare suonando il talkingdrum, uno strumento di cui, fino a quel momento, non aveva sentito parlare. Una vera e propria sfida per l’artista napoletano che, in tour con Tony Esposito, è riuscito comunque a dimostrarsi all’altezza, nonostante improvvisare sembrasse quasi impossibile.
Di seguito l’intervista completa a Bellavista:
Di dove sei e dove suoni?
Sono napoletano. Cerco di portare la mia musica ovunque, per la maggior parte in club partenopei, ma dall’uscita del mio album sto percorrendo lo stivale per promuovere quest’ultimo.
Che tipo di musica fai?
Sono un menestrello, un cantastorie, ed i miei testi li affido a melodie prevalentemente pop, che a loro volta incontrano il folk, il rock&roll, lo swing, il valzer, l’elettronica. Qualcuno ha definito la mia musica come: “Una funambolica commistione tra i generi più disparati che strizza l’occhio al teatro canzone abbracciando ritmi incalzanti”.
Come nasce la tua passione per la musica?
Mio papà era un musicista, in casa avevamo strumenti in ogni angolo. Sin da piccolo ero attratto da quelle custodie sempre chiuse e quando lui non c’era, sbirciavo tra una chitarra e un basso, tra un sintetizzatore e qualche percussione. Mi sentivo “felice nel paese delle meraviglie”, stabilendo man mano un feeling naturale con qualsiasi strumento. Un amore clandestino che durò fino a quando fu chiaro a lui che questa sarebbe stata la mia strada, regalandomi un piccolo synth tutto mio.
A chi ti ispiri?
Cerco di concentrarmi sempre su di me, lasciando fuori ogni tipo di influenza. Quando scrivi qualcosa di tuo e ti avvicini troppo a qualcuno, rischi di cadere in una gabbia. Non posso negarti però, che ho tanti punti di riferimento, sono un appassionato della lingua italiana e di conseguenza per la mia professione, ho studiato testi di cantautori come Bindi, Lauzi, Endrigo, Dalla, Gaetano, Fossati, Graziani e tanti altri! Uscendo dall’Italia posso dirti che Beatles hanno un posto fondamentale nelle mie idee, ma anche Bowie, i Talking Head, Smiths…potrei farti una lista enorme.
Raccontaci un aneddoto su di te.
Ero in tour con Tony Esposito, oltre ad essere un cantautore, sono un bassista. Al momento della mia presentazione sul palco, mi preparo per l’assolo di basso…Tony esclama “al talkingdrum Enzo Fiorentino”. Panico, non sapevo cosa fosse un talkingdrum, fino a quando un percussionista senegalese mi passa questo strumento percussivo…dovetti improvvisare sull’impossibile. Un episodio che ricordo sempre col sorriso.
https://www.youtube.com/watch?v=bPRhK9LOk-0