Intelligent pop è il termine utilizzato da Simone Laurino per definire il tipo di musica che lo rappresenta: il giovane cantautore veronese è uno degli artisti selezionati da Red Ronnie nella quarta puntata di Optima Red Alert e, per l’occasione, ha scelto di raccontarsi nella nostra intervista.
Originario di Bovolone, un piccolo paese della provincia scaligera, Simone Laurino non è solo un interprete e musicista, ma anche un autore: scrivere lo appassiona e non ha un tema specifico che preferisce trattare. Dall’amore all’odio, ma anche la guerra, la pace o il sesso, ogni argomento rappresenta un ottimo spunto per le sue canzoni, scritte interamente da lui.
La passione per la musica risale all’età di quattro anni quando il giovane Simone fingeva di suonare la batteria utilizzando le pentole di casa e si divertiva guardando i video di Tullio De Piscopo. Qualche tempo dopo ha deciso di provare un nuovo strumento, la chitarra, e da quel momento in poi ha capito quale fosse la sua vera vocazione.
Campo Di Fiori è il titolo del brano con il quale è riuscito ad attirare l’attenzione di Red Ronnie, tanto da essere inserito nella quarta playlist di ORA, il format ideato da Optima Italia in collaborazione con OM – OptiMagazine e Roxy Bar. Una grande soddisfazione per il cantautore veronese che, al momento, non ha un aneddoto da raccontarci ma continuerà a coltivare il suo sogno ovvero quello di fare musica.
Di seguito l’intervista a Simone Laurino:
Di dove sei e dove suoni?
Vengo da Bovolone, un paese che non ho ancora capito in provincia di Verona.
Che tipo di musica fai?
Non riesco più ormai a dare un genere a quello che faccio, mi piace fare musica! Qualsiasi genere, da una ballad romantica a un pezzo pop rock. Per questo ho pensato di “coniare” l’intelligent pop, un buon compromesso, non mi svendo ma non mi sento nemmeno di nicchia. Pop penso derivi da popolare quindi…
Come e quando hai iniziato a fare musica?
Da molto piccolo, ti parlo di quando avevo quattro anni e suonavo la batteria sulle pentole perché guardavo i video di Tullio De Piscopo. Poi è nato l’amore per la chitarra, come il pittore che trova il pennello giusto per dipingere. E poi via a scrivere, ma di brutto. D’amore, d’odio, di guerra, di pace, di sesso, qualsiasi cosa. Scrivere a volte è la mia masturbazione.
A chi ti ispiri?
Al mondo, c’è tutto ciò che sento e ascolto. Penso di avere una mia identità ma dentro i miei pezzi o ancora di più dentro a un mio live trovi un universo non troppo distante dal tuo, magari è solo una sfumatura ma ci si incrocia. Di musica ne ascolto molta quindi non mi fermo più come un tempo solo ai classici come Dalla o De Gregori per dirti. Ascolto molta roba, elettronica, funky, indie, folk, classica, musica etnica, adoro mescolare queste cose con il mio mondo, non tutte chiaramente, è questione di istinto, di corpo che vibra.
Raccontaci un aneddoto.
Vorrei molto ma non ne ho uno a dirti la verità, mi sarebbe venuto subito in mente. Spero di potervi raccontare qualcosa di grande un giorno, qualche frutto di questo grande duro lavoro che giorno per giorno coltivo (e non per avere un secondo posto).