Giustizia è fatta ? Non lo so. Per la Giustizia Italiana Massimo Bossetti è l’assassino di Yara. Un processo indiziario quello a carico del muratore di Mapello. I giudici hanno pronunciato la sentenza per l’omicidio di Yara basandosi principalmente, forse unicamente, sull’analisi genetica. Il DNA rinvenuto sul cadavere della povera Yara è compatibile con quello del condannato all’ergastolo. Compatibile appunto, ma non quello anche se i periti dell’accusa ritengono assolutamente impossibile un errore. Eravamo in un aula di tribunale e non sul set di una fiction tv. Ma il copione della condanna dell’assassino di Yara sembrava già scritto a furor di popolo.
Non ci sono testimoni del rapimento e dell’uccisione di Yara. Non ci sono riscontri e prove che incastrino Bossetti il quale ha sempre professato e continuato a professare la sua innocenza ritenendosi vittima di un clamoroso errore giudiziario. Per l’accusa è la prova regina, per la difesa è troppo poco per condannare un uomo all’ergastolo. Il verdetto di primo grado è stato pronunciato ma la vicenda giudiziaria non finisce oggi ( leggi di più).
Si può considerare “prova regina” una traccia genetica così flebile? Si può spedire un uomo in cella per tutta la vita senza ulteriori riscontri, senza confessione, senza movente, senza arma del delitto? Non vorrei che gli inquirenti ed i giudici si fossero fatti troppo condizionare dai telefilm polizieschi americani. Nella fiction gli investigatori, partendo da un cadavere, riescono a svelare misteri e catturare colpevoli che però solitamente messi alle strette confessano. Ed in ogni caso i teleinvestigatori accumulano altre prove meno fragili di quelle da microscopio per fare giustizia.
Non vorrei che per trovare un colpevole a tutti i costi per l’omicidio di Yara sia stato condannato all’ergastolo un innocente. Speriamo che l’inevitabile processo d’appello permetta di approfondire gli aspetti ancora oscuri della vicenda.