Il mondo a misura di donna, secondo Emma Marrone e tutte le ragazze, più o meno giovani, sentite da Concita De Gregorio nell’ultimo libro Cosa pensano le ragazze. La giornalista e scrittrice, nel corso dei suoi 24 mesi di lavoro, ha incontrato donne di tutte le età, a partire dai 6 per arrivare alle sagge signore di 96 anni.
Il suo viaggio emozionante alla ricerca del senso di essere donna ha fatto tappa anche presso Emma Marrone. La grintosa cantautrice salentina non ha avuto alcun timore a raccontare le sue paure e quello che ha comportato il successo nella musica, esploso negli ultimi anni. Emma parla delle sue radici e della necessità di vivere giorno per giorno, senza essere legati da qualcosa di definitivo.
“Ancora non so qual è il mio posto. È come se camminassi con le mie radici attaccate dietro. I miei genitori, il mio paese in Puglia. Nella mia casa a Roma, dove sto da un anno, non metto i quadri. Bucare il muro è una scelta definitiva. E io non voglio farla. Anche se dai 20 ai 30 sono cambiata e ho capito cosa significa diventare una donna. Significa imparare ad aspettare. Poi conservo una fanciullina, dentro”.
Molto critica e poco permissiva con i genitori moderni che, a suo dire, mancano di autorità nei confronti dei figli che spesso non si comportano come dovrebbero. Si definisce una donna dall’educazione arcaica, soprattutto in ciò che concerne il rispetto delle persone:
“Non ci si prende più la responsabilità di capire perché, cos’hai fatto. Manca il pugno duro coi figli. Questa è la differenza tra la mia generazione e questa. A noi, quelli dell’educazione arcaica, se la maestra ci sgridava a scuola, i genitori neanche ci chiedevano la nostra versione. Adesso si denuncia la maestra”.
Da sempre schierata contro la violenza sulle donne – posizione ribadita anche durante l’esibizione a Radio Italia Live – Emma ricorda il suo impegno sociale nel video di Io non ho paura, singolo estratto da Adesso, il suo ultimo album:
“Spesso una donna quando subisce violenza cerca di dare l’immagine del “Va tutto bene”. Quando troviamo un uomo complicato cerchiamo di salvarlo. Diventa una missione. Ma in missione si può anche morire. Più che scegliere gli uomini dovremmo imparare a scegliere noi stesse”.