Credete che essere possessori del Samsung Galaxy S7, l’ultimo top di gamma del brand asiatico, vi dia diritto ad ottenere fin da subito l’aggiornamento contenente la patch di sicurezza di giugno? Niente di più sbagliato.
Sebbene i rilasci siano di gran lunga più veloci nell’ambito del portabandiera che non su tutti gli altri esemplari, l’azienda non ha ancora implementato un sistema di distribuzione repentino, ma aspetta di rilasciare i fix insieme con i firmware classici, così che tra un roll-out e l’altro possano arrivare a passare anche un paio di mesi (non dovreste stupirvi se alla voce patch di sicurezza della release attualmente in uso la data risalga alla scorso aprile, è una cosa completamente normale).
Un peccato davvero, specie con l’aggiornamento di giugno, portatore di una serie di correzioni anche piuttosto importanti. Da parte di Google, sono 28 i fix (di cui 6 critici), mentre 9 quelli proprietari (qui l’elenco completo), implementati direttamente dal produttore sudcoreano (tra cui la patch relativa alla risoluzione del sistema che consente di aggirare il blocco riattivazione in modo anche abbastanza semplice, quasi alla portata di tutti).
Sul Samsung Galaxy S7 almeno ci piacerebbe assistere all’inaugurazione di un sistema di rilascio degli OTA relativi alla sicurezza molto più veloce, proprio come succede sui Nexus (sembra un’utopia, ma basterebbe un minimo di organizzazione per riuscirci). D’altro canto, non stiamo dicendo nulla di nuovo od inventato: era stata la stessa azienda, mesi fa, a prometterlo, ma qualcosa poi deve essere andato storto (se così vogliamo definire la situazione attuale, come a voler giustificare il comportamento del produttore, a nostro avviso invece inspiegabile).
Ci fa meraviglia che un colosso del genere ancora non riesca a garantire un supporto software adeguato al suo nome. Arriverà mai il momento della svolta? Speriamo in tempo col Samsung Galaxy S7, anche se la vediamo dura.