HTC 10 è un device che vale la pena guardare da vicino per comprenderne l’assoluta bellezza ed unicità. Oggi vogliamo raffrontarlo al Samsung Galaxy S7, evidenziando i punti di forza del top di gamma taiwanese (non che il sudcoreano non ne abbia, ma per adesso ci concentreremo sull’altro).
1. Corpo senza macchie
Per quanto bello, il Samsung Galaxy S7, rivestito in vetro, tende a macchiarsi praticamente subito, perdendo il suo aspetto originale. Lo stesso non accade con HTC 10, che appare sempre in perfetto stato (dovrete sì ripulire di tanto in tanto il display dalle impronte digitali, ma come ben capirete c’è poco d afare in questo senso).
2. UI più magra
HTC 10 è il telefono che più si avvicina all’esperienza Nexus, c’è poco da dire: il livello di ottimizzazione sembra eccezionale. Possiamo dire lo stesso del Samsung Galaxy S7? Certamente rispetto al passo sono stati fatti diversi passi avanti, ma si è ancora lontani dalla perfezione, questo va detto, non bisogna nascondersi dietro falsi proclami.
3. Selfie al top
Decisamente di qualità gli autoscatti catturato dalla fotocamera frontale di HTC 10, grazie al sensore da 5 MP impreziosito dallo stabilizzatore ottico di immagine (cosa che non si era mai vista prima prima d’ora). Il Samsung Galaxy S7 pure si comporta bene, anche se non raggiunge i livelli del rivale.
4. Audio senza eguali
Non è difficile immaginare cosa sia in grado di fare HTC 10, arricchito dall’esperienza del DAC (convertitore digitale-analogico). Il sistema, per chi non lo sapesse, è utile a convertire un’emissione digitale, amplificandola, e migliorando di conseguenza l’audio in cuffia.
5. Versatilità della porta USB Type-C
HTC 10 ha deciso di avvalersi di questo nuovo standard, reversibile e pratico. Era stato detto sarebbe successo lo stesso col Samsung Galaxy S7, salvo poi l’esser ricorsi per il device al classico ingresso micro-USB.
Le 5 ragioni sopra elencate vi sembrano sufficienti per preferire HTC 10 al Samsung Galaxy S7? Ne avete di vostre personali? Parliamone, e saremo felici di aggiungerle.