Non c’è dubbio che il blocco di WhatsApp in Brasile sia stata la notizia clou di ieri. Le autorità dell’America Latina avevano disposto il fermo dell’applicazione di messaggistica per ben 72 ore e questo a fronte della mancata fornitura di dati sensibili di utenti per una nuova indagine della Polizia (vicenda molto simile si era svolta a dicembre, con ulteriore stop all’app). Dovevano essere ben 3 giorni in cui lasciare a secco gli utenti, eppure, solo qualche ora fa, il CEO di Facebook Mark Zuckerberg ha annunciato come WhatsApp sia già di nuovo disponibile.
Zuckerberg ha acquistato già da tempo WhatsApp, normale che si interessi di quello che lui stesso definisce il “diritto di comunicare” di milioni di utenti in Brasile ma non solo: la vicenda, infatti, sebbene confinata geograficamente in una sola nazione ha delle ripercussioni notevoli ovunque, visto che il tema della condivisione di informazioni con le autorità statali è molto caldo in questo momento storico.
Il blocco di WhatsApp in Brasile è difatti riconducibile ad un dato ben preciso: nel primo trimestre 2016 sono aumentate a dismisura le richieste delle autorità governative più disparate di dati relativi a Facebook e qualunque altro social. Le domande sono aumentate fino a quota 46.763, il 13% in più rispetto allo stesso periodo del 2015. Se pensi che l’Italia sia lontana da questo fenomeno, ti sbagli di grosso, visto che il nostro paese occupa la sesta posizione di questa speciale graduatoria con 1.525 domande di dati da parte delle nostre forze governative.
Di qui una domanda ben precisa: così come in Brasile è stato disposto il blocco di WhatsApp, questo un giorno potrebbe riguardare anche l’Italia, all’ennesima richiesta negata di dati a Facebook e compagni? L’ipotesi è meno assurda di quanto si creda, anche perché il caso dell’America Latina è un preoccupante precedente. Ad ogni modo anche se l’ipotesi non si concretizzerà mai da noi (lo spero davvero vista la nostra Costituzione), lo stesso Mark Zuckerberg ha invitato davvero tutti a firmare la petizione presente su Change.org in cui si chiede espressamente al governo brasiliano di non perseguire più strade simili in futuro. L’appello locale ha senz’altro un valore simbolico, dunque se ritieni valido il sostegno della libertà della comunicazione in tutte le sue forme, troverai senz’altro opportuno aderire alla racolta firme tanto cara al CEO di Facebook.
salve,ho sentito che da sabato 07/05/2016 il servizio messaggi di whatsapp sarà a pagamento.
E’ vero o solo una bufala che gira in rete?
Buon giorno e grazie