Essere un attore significa anche e soprattutto calarsi nei panni di qualcun altro. Lo sa bene Aaron Paul, che per 5 anni, precisamente dal 2008 al 2013, ha recitato nella serie di AMC Breaking Bad: il ruolo di Jesse Pinkman, che gli ha regalato la notorietà, è anche quello per cui viene maggiormente ricordato.
Essere Jesse per tutto questo tempo ha avuto delle ripercussioni a lungo termine su Aaron: l’attore, ospite di Conan O’Brien e del suo late show, ha raccontato di come ancora oggi si ritrovi a sognare delle situazioni che lo vedono protagonista nei panni dello sbandato assistente e amico di Walter White.
Più che sogni, però, si tratta di incubi: Paul dice di sognare cose come “gente che mi corre dietro con una pistola“. Uno degli episodi che più gli è rimasto impresso e che ancora oggi, a tre anni dalla chiusura della serie, gli si manifesta in forma onirica, è la morte della sua fidanzata on-screen Jane Margolis, interpretata da Krysten Ritter.
“Sogno di svegliarmi e di vedere Jane lì, che giace morta di fianco a me,” ha spiegato Aaron Paul a Conan, continuando: “Provo a rianimarla, e poi mi sveglio e mi dico ‘Oddio, è solo un sogno’, ma poi vedo di nuovo Jane”. Come non capirlo: la dipartita della ragazza di Jesse è rimasta impressa a noi spettatori proprio per la sua inaspettata “verosimilità” e per la schiettezza con cui viene riportata sullo schermo, quindi come potrebbe non aver segnato a vita chi tale scena l’ha interpretata?
D’altronde, come ha detto l’attore, il segreto per recitare è bene è “sforzarsi di credere che quella situazione stia davvero succedendo a te, che sei il personaggio“. E Aaron Paul è stato Jesse Pinkman per così tanto tempo che, forse, non esiste più una netta distinzione tra i due.