Ivan Zazzaroni è uno dei più popolari giornalisti sportivi italiani. Brillante, spigliato, informatissimo, ha saputo attraversare con disinvoltura tutti i media, dalla carta stampata alla radio al web. Come ha scritto Claudio Cerasa sul Foglio: “Zazza ha inventato un brand, una sorta di marchio sportivo; un brand un po’ glamour, un po’ inside, molto informato, molto serioso ma per niente noioso”. Uno stile eclettico, confermato dal suo secondo mestiere, il giudice – e anche concorrente – di “Ballando con le stelle”, un’esperienza in cui si diverte moltissimo.
Ivan Zazzaroni arriva negli studi di OptiMagazine direttamente dall’hotel: “È qui vicino, normalmente ci vorrebbero dieci minuti a piedi, ma a Napoli ce ne vogliono quaranta, perché per strada mi fermano tutti. I napoletani sono simpaticissimi”.
Questa è una settimana di lutto per la città, che dopo la sconfitta con l’Udinese e la squalifica di Higuaín ha abbandonato il sogno scudetto.
No dài, lutto è brutto, diciamo che c’è irritazione. Certo, il campionato per quanto riguarda la corsa scudetto è finito, un Napoli senza Higuaín non ha la possibilità di recuperare 6 punti su 21.
Ai tifosi delusi che sospettano complotti che si può dire?
Che non c’è nessun complotto. Che ci sono delle interpretazioni discrezionali del regolamento da parte degli arbitri. E che c’è la sudditanza.
Quindi la sudditanza psicologica esiste?
Naturalmente. Lo ha detto persino Agnolin, uno dei più grandi arbitri italiani. Ovviamente dopo la fine della carriera ed essere passato a fare il dirigente, però lo ha ammesso. Ma è normale: nei confronti dei potenti o presunti tali l’italiano ha sempre una predisposizione.
Che si può fare per evitare la discrezionalità arbitrale?
La soluzione è la tecnologia. Il fatto di aver deciso di introdurla a partire dal 2018 conferma che ormai non esiste più un arbitro in grado di giudicare le partite con un metro uniforme.
Il tifoso però immagina scenari poco limpidi.
No, il napoletano ha fatto un altro ragionamento. Non è partito pensando di vincere il campionato, poi ha visto il bel gioco e ha cominciato a crederci. Lì è scattata la diffidenza. Hanno cominciato a pensare: “Vedrai che con la Juventus ci penalizzeranno, poi c’è la sudditanza psicologica, il fatto che giochiamo dopo”. Così alla prima occasione sono emerse tutte le supposizioni, alle volte anche fondate – però bisogna anche ammettere che con l’Udinese il Napoli non ha praticamente giocato. È proprio la disillusione di una tifoseria che aveva toccato con mano il grande sogno. E l’avrebbe anche meritato.
Il Napoli ha fatto degli errori.
Sicuramente, si doveva porre rimedio nella campagna acquisti di gennaio. Tutti dicono che il mercato di gennaio non cambia le cose. Chiedetelo alla Roma di Spalletti, poi mi dite di El Shaarawy, Perotti, Zukanovic. Il mercato se lo fai bene aiuta moltissimo.
Nazionale: la notizia della settimana è il passaggio ufficiale di Conte al Chelsea. Non è demoralizzante per una squadra che deve giocare gli Europei?
Il problema degli Europei è che sappiamo di avere una squadra di pippe. La questione non è Conte. La Nazionale potrei allenarla anche io se avessimo Baggio, Del Piero e Totti. Invece abbiamo 15 giocatori discreti, ma manca il fuoriclasse. Buffon lo è, ma ha quasi quarant’anni.
Nella tua carriera hai saputo attraversare tutti i media, dalla carta stampata alla tv al web.
Ho capito per tempo che certi strumenti stavano massacrando altri e che bisognava cambiare. È una delle poche qualità che ho. Invece sbaglio tutte le previsioni sulle persone. Nel 1978 lavoravo in radio con Vasco Rossi e pensai: “Questo vuol cantare, ma dove va?”. Oppure Checco Zalone: praticamente è mio fratello, l’ho lanciato con Siamo una squadra fortissimi. Però ho detto: “Questo quando smette di cantare ha finito”. Fortunatamente con la mia carriera sono stato più lungimirante. Nel 2002 dirigevo due giornali che andavano bene, Autosprint e Guerin Sportivo, eppure lasciai tutto, perché avevo capito che in tre, quattro anni ci sarebbe stata una rivoluzione.
Recentemente, a seguito di intercettazioni, è riemersa la tesi del complotto della camorra ai danni di Marco Pantani. Ne avevi già parlato nel libro scritto con Davide Cassani e Pier Bergonzi.
A Marco fecero un blitz a orologeria per fermarlo, perché con le sue vittorie stava rovinando i grandi scommettitori. Ma questo non vuol dire che non facesse uso di doping, sono due cose distinte. Lui aveva dei valori molto alti, come quasi tutti i ciclisti del periodo. Il problema c’era ed esiste ancora.
Tu con Pantani avevi rapporti?
All’epoca la mia agente era la stessa di Marco, Manuela Ronchi, quindi avevo informazioni continue. Ti racconto un aneddoto. Pantani aveva il problema delle orecchie a sventola, allora gli consigliai un chirurgo plastico, che faceva delle specie di pinzature per riavvicinarle al viso. Dopo l’operazione mi telefonò felicissimo. Un giorno in aeroporto non gli parte un punto e resta con un orecchio a sventola e l’altro no? Povero Marco.
Passiamo al tuo secondo mestiere, che desta sempre curiosità: il giudice di Ballando con le Stelle.
È una cosa che mi diverte moltissimo. Mi sono divertito soprattutto a fare il concorrente, ho studiato due mesi e mezzo, sono dimagrito nove chili. E quest’esperienza mi aiuta ad avere un punto di osservazione diverso da giudice. Poi ovviamente c’è una squadra: il giudice tecnico è Carolyn Smith, c’è l’esperto di stile, Guillermo Mariotto; l’esperto di programmi televisivi, Fabio Canino; io per la mia esperienza di giornalista sono abituato a giudicare, anche dal punto di vista atletico; e infine c’è Selvaggia Lucarelli, che è un’esperta di web e poi è cattiva, perfida, anche con se stessa.
I rapporti tra voi giudici sono buoni?
Fantastici, ci troviamo benissimo. Però con Selvaggia ci meneremo presto. Ma va bene così, perché poi è anche piacevole menarla.
Meno male che Zazzaroni è stato smentito alla grande perché da oggi siamo nei quarti di finale dell’Europeo 2016.
Parlare è facile eh?
ma Zazzaroni è un ex calciatore? mi sembra di no e allora di calcio che ne sa e quindi soprattutto come fa a dire che in nazionale sono 11 pippe?