Quella per la migliore attrice non protagonista era sulla carta una delle categorie più incerte di questi Oscar 2016. Di prim’ordine il parterre delle candidate: Kate Winslet (Steve Jobs), Rooney Mara (Carol), Jennifer Jason Leigh (The Hateful Eight), Alicia Vikander (The Danish Girl), Rachel McAdams (Il caso Spotlight). La grande favorita era la giovane attrice svedese Alicia Vikander, data a 1,36 dai bookmakers. E il pronostico è stato rispettato.
La Vikander ha in quest’ultimo biennio impresso un’accelerazione notevolissima alla sua carriera, e probabilmente, come è stato notato da molti, la sua interpretazione più convincente dell’annata era quella del robot dell’intrigante Ex Machina di Alex Garland. Ma il ruolo con cui ha vinto, per The Danish Girl, è assai più complesso di quanto possa sembrare all’apparenza. Perché al centro dello schermo c’è costantemente Eddie Redmayne, nel ruolo della prima transgender della storia, e allora la Vikander deve recitare sempre di rimando, reagendo e supportando le sollecitazioni che le giungono dall’attore principale. Una specie di recitazione “in levare” per nulla semplice, meno vistosa eppure determinante per l’equilibrio del film diretto da Toom Hooper, più sottile e profondo di quanto sia sembrato ai più.
Impossibile ignorare il bacio fugace e intenso tra l’attrice e Michael Fassbender. Partners non solo sullo schermo?
La Vikander ha ricevuto la statuetta, come da prammatica, dal vincitore della statuetta per il miglior non protagonista dell’anno precedente, J.K. Simmons. Emozionatissima, ha ringraziato l’Academy, e condiviso il premio con tutta la troupe. In particolare, poi, si è rivolta al regista Tom Hooper, “grazie, per aver creduto in me”, e all’attore protagonista Eddie Redmayne, “sei stato il miglior partner che potessi immaginare, non avrei mai potuto farcela senza di te”. Insomma, è nata una stella.