Fitbit è abbastanza noto anche in Italia. Complice la pubblicità televisiva incessante, il wearable o braccialetto elettronico in grado di monitorare molti parametri fisici durante l’attività sportiva e non solo sta diventando oggetto di tendenza, molto gettonato anche tra gli ultimi regali natalizi
Non è un caso che all’inizio del mese scorso, un report IDC registra i dispositivi Fitbit al primo posto delle vendite dei wereable a livello mondiale, avanti, per intenderci anche ad Apple Watch. Un 2015 pieno di successi, al quale ora corrisponde un inizio 2016 tutt’altro che sereno per il brand. Negli Stati Uniti, in particolare negli stati della California, Colorado e Wisconsin, i consumatori hanno appena fatto partire una class action contro Fitbit appunto, etichettando i device come imprecisi nella loro funzione più importante, quella del monitoraggio del battito cardiaco.
Alcuni clienti avrebbero confrontato i risultati di uno dei modelli di Fitbit con dispositivi professionali per la misurazione della frequenza cardiaca. Ebbene, i dati sono risultati anche parecchio sfalzati tra di loro. L’azienda si è difesa in una prima dichiarazione, affermando che i suoi device non hanno una vocazione medico-sanitaria. Di conseguenza, i FitBit proprio come l’apple Watch o altri concorrenti che misurano il battito dal polso non possono essere precisi come gli strumenti ad hoc che assolvono la stessa funzione negli studi dei dottori, ad esempio, ma con l’ausilio di fasce toraciche o similari.
Fitbit non è nuova a discussioni in tribunale. Già nel 2014, sempre negli Stati Uniti, dove l’azienda ha il suo mercato maggiore, una causa fu intentata ai suoi danni per presunta pubblicità ingannevole. La class ation attuale si fa portavoce delle esigenze di clienti insoddisfatti che ora chiedono il rimbroso del loro acquisto.
Possiedi un wearable Fitbit e ne sei soddifatto? Oppure stai pensando di acquistarlo a breve?