Ha debuttato direttamente come più alta nuova entrata italiana La Prima Repubblica di Checco Zalone: il brano del comico pugliese, che anticipa l’arrivo nelle sale del film Quo Vado, entra in 72esima posizione come prima new entry italiana nella classifica generale (31esimo nella chart italiana).
La classifica settimanale di EarOne, diffusa lunedì 28 dicembre, ha attestato la scalata della canzone in stile Celentano che Zalone ha lanciato nell’airplay a pochi giorni dal ritorno al cinema.
Al primo posto tra i brani più trasmessi in Italia restano stabili i Coldplay con Adventure of a lifetime e al secondo Lost frequencies feat. Janieck Devy con Reality, seguiti dai Negramaro in terza posizione con Il posto dei santi.
Bisogna ammettere che quando si impegna sul fronte della satira, Checco Zalone ci sa fare: La Prima Repubblica raccoglie una serie di paradossi che oggi farebbero scandalo (ma non troppo) e fino a vent’anni fa erano considerati normalità. Dalle baby pensioni agli inspiegabili maxi-concorsi e al debito pubblico accumulato in maniera scellerata, tra luoghi comuni e verità Zalone racconta un’Italia che in fondo non è mai cambiata davvero. Anche se il tono è nostalgico, l’Italia sprecona, corrotta e pacchiana negli anni ’80 non ci sembra poi tanto diversa da quella di oggi, che col “presidente toscano” finge di fare passi avanti quando in realtà, gattopardianamente, nulla cambia per davvero.
Nel video, diretto da Zalone e girato sul set del film Quo Vado, La Prima Repubblica diventa un inno corale, con l’attore che si cala nei panni di un novello Celentano con riferimenti nell’arrangiamento alla sua 24mila baci.
Ecco la clip e il testo del singolo, disponibile su iTunes e Spotify.
https://youtu.be/SM4xIJ2VK5I
La prima Repubblica
non si scorda mai
la prima Repubblica
tu cosa ne sai
Dei quarantenni pensionati
che danzavano sui prati
dopo dieci anni volati all’aeronautica
e gli uscieri paraplegici saltavano
e i bidelli sordo-muti cantavano
e per un raffreddore gli davano
quattro mesi alle terme di Abano
con un’unghia incarnita
eri un invalido tutta la vitaLa prima Repubblica
non si scorda mai
la prima Repubblica
tu cosa ne saiDei cosmetici mutuabili
le verande condonabili
i castelli medioevali ad equo canone
di un concorso per allievo maresciallo
sei mila posti a Mazzara del Vallo
ed i debiti (pubici) s’ammucchiavano
come i conigli
tanto poi
eran cazzi dei nostri figliMa adesso vogliono tagliarci il Senato
senza capire che ci ammazzano il mercato
senza Senato non c’è più nessun reato
senza reato non lavora l’avvocato
il transessuale disperato
mi perdi tutto il fatturato
ed al suo posto c’è un Paese inginocchiatoMa il Presidente è toscano
ell’è un gran burlone
ha detto ‘eh, scherzavo’
piuttosto che il Senato
mi taglio un coglioneLa prima Repubblica
non si scorda mai
la prima Repubblica
era bella assai
la prima Repubblica
non si scorda mai
la prima Repubblica
tu che ne sai