Ancora in piena promozione con l’album 25, Adele è stata la regina delle vendite di Natale: la cantante inglese ha venduto 1,15 milioni di copie dell’album nella quinta settimana dal rilascio del disco e rimane in cima alla Billboard 200 negli Stati Uniti. Inevitabile che fosse lei la leader del mercato discografico di dicembre: nella settimana natalizia, secondo Billboard, le vendite di 25 sono cresciute del 46% portando in totale l’album a quota 13,7 milioni, dal 20 novembre ad oggi, negli Stati Uniti.
L’album è successo senza precedenti che sarà seguito da un tour internazionale nel 2016, con due date in Italia all’Arena di Verona già sold out.
Di questo ed altro ha parlato Adele nell’intervista rilasciata a Londra ai microfoni di RTL 102.5. A partire da come è nato l’album che sta battendo record al di là di ogni previsione.
Quando mi preparavo a registrare questo disco pensavo che forse non ero pronta per un disco migliore di 21, e questo mi faceva arrabbiare. 21 appartiene alla gente ormai, non è più mio. Ma mi sono resa conto che avrei dovuto superare quell’idea che 21 sarebbe stato insuperabile, perché ogni album sarebbe stato comunque il seguito di 21. Certo quello è il mio disco, Someone like you è una canzone che mi definisce, sapevo sarebbe stata la canzone con cui mi avrebbero riconosciuto, ma non potevo immaginare il suo successo. So soltanto che era una sensazione orribile avere 21 anni, non volevo sentirmi più così sola: è da quella solitudine che è nato l’album. (…) Credo di essere diventata brava a cambiare, sono più severa con me stessa, mi stresso molto, ma credo che la mia voce migliori con ogni disco, anche grazie ai feedback delle tante persone con cui lavoro. L’entusiasmo del mio primo album è stato lo stesso che ho messo 25, anche se allora avevo solo voglia di andare in un negozio e comprare il mio album, adesso so che tutto quello che fai rimane per sempre.
Perché ha scelto proprio Hello come primo singolo nonostante sia un pezzo apparentemente poco radiofonico? Adele lo spiega così.
Sapevo che sarebbe stato il primo singolo, quello del ritorno, anche solo per la strofa d’apertura: è discorsivo ed io volevo avere una conversazione con tutti. Hello rappresenta il tono di quest’album, non per la sua pesantezza, ma proprio il tono del disco. Non ero preparata al suo successo, sono una mamma a tempo pieno, avevo le pappine addosso mentre rilasciavo interviste. Anche se sapevo che il momento del lancio sarebbe arrivato, prima di quel venerdì non dormivo, ero preoccupata, invece dopo averla ascoltata alla radio ho avvertito un sollievo e ho pianto in bagno. Ho scaricato tutta la pressione di quei giorni. Quando l’ho riascoltata la domenica successiva mi sono ricordata della mia prima canzone alla radio, Daydreamer, quasi dieci anni fa: all’epoca non c’erano i social, non pensavo fossero importanti, invece mi sono stupita dell’impatto della mia musica online, perché già 21 deve essere stato un successo grazie al passaparola della gente. (…) Forse non ho mai scritto una ballata come Hello, l’abbiamo scritta con Greg Kurstin al piano. L’avevamo iniziata con “Hello misery”, ma abbiamo pensato: oddio che depressione! Poi siamo andati avanti e l’abbiamo finita subito, volevo fosse una canzone intima piano e voce ma non volevo fare qualcosa di già sentito come Someone Like You. Con i cori in produzione è diventata una ballata moderna.
Adele, che dello scorrere del tempo ha fatto i titoli della sua discografia, ha raccontato di non temere il passare degli anni.
Non mi preoccupo dell’età, ho sempre voglia di crescere e invecchiando mi sento più a mio agio nella mia pelle, sto meglio adesso che non con l’ansia dei 15 anni. Vorrei solo che il tempo non scorresse troppo in fretta. Da quando sono diventata mamma mi sono sentita un po’ persa, come credo accada a tutti i genitori del mondo, poi ho capito che qualcosa di molto più grande di me è successo. La cosa più importante della mia vita prima ero io, ora non più.
Dopo i best seller 19 e 21 è arrivato 25, ma Adele assicura che il suo prossimo album (al quale evidentemente sta già pensando) non si intitolerà più come l’età in cui lo ha prodotto.
Ho deciso di chiamarlo 25 perché sono successe tante cose tra l’ultimo disco e questo, in 4 anni ho concentrato tante cose nella mia vita, ma sarà l’ultimo album chiamato con la mia età. La fase di crescita più commovente della mia vita, quella tra i 19 e i 25 che ho fotografato con i miei album, sta per finire.
Adele ha parlato di When We Were Young come della sua canzone preferita di 25.
L’ho scritta con Tobias Jesso Jr, uno dei miei amici e artisti preferiti, lo amo: ero così lusingata di cantare un suo pezzo! C’è qualcosa di molto anni ’70 nel suo suonare il piano, mi ricordava Karen Carpenter, mi sono entusiasmata! Abbiamo scritto il testo ed è stato incredibile: abbiamo fatto un video durante la registrazione, in cui ci siamo io e lui mentre registravamo, mi piace molto riguardarlo. Il testo è una summa dell’album: mi manca l’adolescenza, gli amici, mia madre, quando sei una ragazzina non ti rendi conto di essere fortunata e di non avere responsabilità. Io ho una vita meravigliosa e facile ma mi manca la mia vita da ragazzina, nonostante il successo.
Durante l’intervista sono state trasmesse Hello, Rolling in the Deep, Water Under The Bridge, When We Were Young e Send my love registrate live ai Church Studios di Londra, dove sono stati incisi alcuni dei brani di 25.
Da poco sto scoprendo Adele a parte le canzoni ascoltate come da tutti ma nelle sue interviste si comprende subito lo spessore di cui era già dotata e che ora esce prepotentemente fuori