Notizia di ieri, il Samsung Galaxy Note 5 è atteso in Europa come in Italia finalmente a gennaio. Si tratta di un’indiscrezione ufficiosa ma quanto basta a rallegrare gli animi dei fan dell’ultimo phablet: eppure, come già detto ieri, forse è già troppo tardi per il device presentato in agosto, tanto è vero che già si parla del Galaxy Note 6 come degno suo successore.
Il ritardo nella commercializzazione nei paesi occidentali del Galaxy Note 5 resta una scelta misteriosa. Tanto più lo sarebbe una commercializzazione ritardata, in mesi come quelli di inizio 2016, densi di uscite, presentazioni e chi più ne ha più ne metta (due eventi clou saranno il CES di Las Vegas e il MWC di Barcellona). Proprio per questo motivo, i designer iniziano ad immaginarsi il successore dell’attuale top di gamma e le premesse non sono affatto male.
Ad apertura articolo, ecco il frontale del futuro Galaxy Note 6:il designer Pradeep Kumar immagina un display da 6 pollici con risoluzione 4K. Sotto la scocca,addirittura viene immaginata l’implementazione di un chip a 16 core: decisamente un’esagerazione, più probabile l’impiego di di un pocessore Exynos proprietario Samsung a 14/10 nanometri o in alternativa il futuribile Snapdragon 830.
In confronto al Samsung Galaxy Note 5 potrebbero sembrare avveniristiche queste specifiche del Note 6 ma non dimentichiamo che la sua uscita dovrebbe essere programmata a metà 2016 e dunque a molti mesi da qui. Completano la dotazione una batteria da 4000 mAh, una fotocamera da 27 MP, perfino 6 o 8 GB di RAM. Lato design, il phablet non prevede grandi trasformazioni, con il suo classico grande display edge to edge, una porta USB di tipo C per la ricarica veloce e il tasto Home rimasto invariato. Ecco anche la foto del retro:
Certo che con un Samsung Galaxy Note 6 così verrebbe la voglia di lasciare in negozio il Note 5, seppur commercializzato ad inizio anno prossimo. Il designer Pradeep Kuma ha forse un po’ esagerato nelle sue predizioni ma la sua intuizione è giusta: con un innegabile evoluzione della serie dietro l’angolo, vale ancora la pena di focalizzarsi sul passato?