Secondo quanto emerso dal forum Reddit.com, dopo l’allarme lanciato sul sito da un ragazzo texano, Facebook starebbe ascoltando le nostre conversazioni – sfruttando i microfoni dello smartphone. Il giovane – che si che si identifica come “NewHoustonian” – racconta infatti che, poco dopo una chiamata al telefono con la sua fidanzata, in cui parlava di disinfestare casa, spunta l’invito “Ti serve una disinfestazione?”. Senza aver mai cercato nulla in proposito.
L’app americana di Facebook per iOS e Android, in effetti, ha dal 2014 una funzione che usa il microfono del cellulare per ascoltare ciò che avviene nell’ambiente dell’utente. Prende il controllo del microfono quando si scrive un aggiornamento e Facebook la userebbe — questa è la versione ufficiale — solo per riconoscere canzoni, sigle televisive e film che l’utente sta ascoltando o vedendo. Lo scopo? Sempre secondo la versione ufficiale, risparmiarci la fatica di inserire a mano dettagli sul titolo dei contenuti multimediali che ascoltiamo, aggiungendo in automatico un link o un’anteprima video, così da facilitare la condivisione del contenuto.
Ma, ovviamente, le conseguenze sono dietro l’angolo: le nostre informazioni, i nostri gusti e preferenze su qualsiasi cosa ci esca dalla bocca protrebbero essere riutilizzati o venduti agli inserzionisti. Una miniera d’oro per i colossi mondiali, Yahoo, Google e Bing su tutti.
Aryeh Selekman, product manager di Facebook:
Noi non possiamo identificare conversazioni: i suoni sono solo utilizzati per trovare un match con il database e non sono mai conservati. Oggi non riusciamo a targettizzare pubblicità su questi post, ma è qualcosa a cui abbiamo pensato, e potenzialmente lo faremo in futuro.
Perchè sorprenderci? Nulla di nuovo, già Facebook vende i dati contenuti nei nostri profili. Il cosiddetto “internet based advertising”, una tipologia di marketing online basata sui messaggi promozionali. In italia l’articolo 15 della Costituzione riconosce la libertà e la segretezza delle comunicazioni, definite “inviolabili”:
La libertà e la segretezza della corrispondenza e di ogni altra forma di comunicazione sono inviolabili.
La loro limitazione può avvenire soltanto per atto motivato dell’Autorità giudiziaria con le garanzie stabilite dalla legge.
Anche la Convenzione europea per la salvaguardia dei diritti dell’uomo e delle libertà fondamentali sancisce lo stesso diritto. In Italia questo costituirebbe un reato.
Ma allarmarsi, almeno da noi, è oggi ingiustificato. Avvocato Guido Scorza, uno dei massimi esperti italiani di privacy digitale:
Se pensiamo all’immediato futuro, nell’Internet delle Cose rientra senz’altro un interesse a pubblicità basate sulla raccolta di dati di questo tipo. Così come un’altra tendenza che pare destinata a crescere è quella per l’analisi degli stati d’animo, anche attraverso la registrazione vocale: è comprensibile il valore che per il marketing può avere la somministrazione di una pubblicità proprio nel momento in cui sono nello stato d’animo più adatto a quel tipo di suggerimento commerciale. Un caso come quello americano può assomigliare a un’intercettazione telefonica, anche se si tratterebbe più di un riconoscimento di certe parole chiave utili alla pubblicità che di un ascolto paragonabile a quello umano, e non rientrando nelle misure autorizzate dalla magistratura, da noi sarebbe vietato. A meno di una richiesta esplicita di consenso da parte di Facebook e di un assenso dell’utente. Però nel caso di una registrazione ambientale come questa, sarebbe necessario il consenso di tutti i partecipanti alla conversazione, non solo dell’utente che ha in mano lo smartphone.