“Mi piace l’idea di dare una connotazione rock a questo Festival“: così Vasco Rossi ha risposto ai giornalisti a margine dell’affollato red carpet di cui è stato protagonista alla Mostra del Cinema di Venezia, poco prima dell’incontro col pubblico per la doppia proiezione in anteprima esclusiva del film Il Decalogo di Vasco.
“Sono un protagonista inconsapevole e quando sono inconsapevole sono più felice” ha dichiarato Vasco in merito al film di Fabio Masi, storico autore di Blob che ha realizzato in ritratto della rockstar in un film-documentario che ha scelto la metafora del viaggio e un cartonato dell’artista per raccontare il Blasco nazionale.
Assediato da una folla prevalentemente composta da giovanissimi, osannato sin dall’arrivo a Venezia nel pomeriggio di venerdì 11 settembre, Vasco Rossi si è intrattenuto coi giornalisti prima del red carpet: “Ai fan dico grazie di esistere, come loro lo dicono a me, io lo dico a loro” ha dichiarato il rocker, che sul red carpet ha concesso sorrisi e balletti improvvisati, lasciandosi abbracciare dalla folla accalcata dietro le transenne.
Vasco Rossi non si è sottratto ad un commento sull’esodo dei migranti: nello stesso giorno del suo red carpet, a Venezia come in tante città d’Italia hanno sfilato uomini e donne per la marcia “a piedi scalzi” in segno di solidarietà nei confronti di chi sfida le barriere dell’Europa in cerca di salvezza. Vasco lancia chiaramente una stoccata alle destre che cavalcano l’onda del populismo e della xenofobia, invitando i leader politici a riflettere prima di parlare.
Quello dell’immigrazione è un problema tragico che va risolto in qualche modo: massima solidarietà a chi soffre e scappa dalle guerre, sono persone che noi dobbiamo accogliere. Penso sempre che se un giorno fossimo noi a dover scappare e trovassimo le porte chiuse, molti di quelli che parlano oggi in Italia starebbero zitti.
Ecco un video con le dichiarazioni alla stampa raccolte da Repubblica.it.
All’incontro col pubblico nell’ambito della rassegna Il Cinema nel Giardino, assistendo per la prima volta alla proiezione del film, Vasco Rossi si è lasciato andare come un fiume in piena: ricordi, aneddoti, battute, confessioni (“Sono sincero solo nelle mie canzoni: racconto quello che sento e parlo delle mie debolezze, senza vergognarmi di niente“), un tuffo nella sua incredibile storia di cantautore fuori da ogni schema. Il suo mito? Ovviamente Mick Jagger, icona inarrivabile alla quale si è ispirato per costruirsi un’immagine da rockstar. Esilarante il racconto della sua performance a Sanremo: un vero e proprio Vasco show!
Io ho iniziato negli anni Ottanta: quando mi chiedevano se ero un cantautore rispondevo ‘no, sono una rockstar’. Rispetto molto i cantautori, con loro ho imparato a scrivere, ma ero convinto che bisognasee cambiare pagina, che ci fosse bisogno di un linguaggio più sintetico. (…) Oltre alle canzoni era importante anche il modo di stare sul palco: io guardavo Mick Jagger, se gli cadeva qualcosa non si girava a raccoglierlo per non sembrare un imbranato. Il riflesso condizionato fa sì che ti venga naturale raccogliere qualcosa che cade, io ho lavorato duro per perderlo. Quando andai a Sanremo la prima volta avevo un microfono e volevo fare il matto, ero ‘diversamente lucido’ ma con le idee chiare. Avrei dovuto posarlo alla fine della canzone, ma ho pensato che cercare il buco dell’asta mi avrebbe fatto sembrare uno allo Zecchino d’oro. Allora mi sono detto ‘me lo metto in tasca e vado via’ (…) Ma poi il filo finisce, il microfono vola via: tutti mi dicevano ‘ma sei matto hai buttato per terra il microfono’. E chi se ne frega. Così è nata una rockstar.
Spinto dal pubblico, Vasco Rossi ha anche accennato Il blues della chitarra sola, regalando un momento del tutto inatteso ai quasi tremila spettatori che hanno affollato Sala Darsena al Lido di Venezia.