Dagli anni 80′ ai giorni nostri il tempo sembra essersi fermato tra le strade di Napoli. La camorra come mieteva vittime allora a ripreso a farlo a ritmo incessante negli ultimi giorni. La presentazione di Teste Matte alla Feltrinelli di piazza dei Martiri a Napoli è stata l’occasione per accendere i riflettori su questo momento che la città sta vivendo facendolo con coloro che hanno vissuto o stanno vivendo sul campo momenti come questi. A cominciare dagli autori del romanzo: Guido Lombardi e Salvatore Striano. Il secondo in particolare, la cui storia di vita ha ispirato il racconto sviluppato con il regista e scrittore. L’opera racconta, infatti, l’infanzia e l’adolescenza criminale di Sasà Striano che ha fatto parte della prima scissione della storia della camorra napoletana.
L’affermato attore partenopeo ha trascorso la prima parte della sua vita dalla parte peggiore della barricata facendo parte del gruppo criminale che si oppose alla camorra nei Quartieri Spagnoli per creare un proprio clan ed affrancarsi dall’egemonia criminale esercitata negli anni ottanta dai gruppi storici. Una lotta alla camorra con le sue stesse armi che diedero vita ad un’ascesa criminale senza precedenti da parte di giovani ragazzi di meno di venti anni. Come tutte le storie criminali, l’epilogo è stato il carcere lasciato da Striano nove anni fa dando il via ad un percorso di crescita che ha avuto nel teatro e nella recitazione la sua chiave di volta.
Rapito da questa storia è stato il coautore, Guido Lombardi, regista di La Bas e Take Five, che da anni conosce Striano ed insieme hanno lavorato nel gruppo della Bronx Production di Gaetano Di Vaio. La stessa casa di produzione che porterà il romanzo sul grande schermo con un film diretto proprio da Lombardi. La presentazione è stata moderata dalla giornalista de “La Repubblica”, Ilaria Urbana e ha visto al tavolo il giornalista e scrittore Francesco Durante che ha recensito il libro su “Il Mattino” lodando la capacità del libro di farsi leggere e di non cedere al compiacimento dell’estetica del male di cui pecca forse la serie “Gomorra”.
Proprio delle differenze e del diverso modo di raccontare le vicende criminali di Napoli rispetto alle opere di Roberto Saviano, ha parlato il sindaco Luigi De Magistris, in aperta polemica in questi giorni con lo scrittore. Al primo cittadino non sono andate giù le dichiarazioni di Saviano sull’attuale guerra di camorra in cui versa la città e che vede come vittime ragazzi giovanissimi. Secondo De Magistris, lo scrittore è reo di raccontare la città in maniera unilaterale schierandosi a favore invece del libro di Striano e Lombardi che ha il merito di raccontare una storia di mala ma anche di riscatto.