“Qui avete l’innovazione nel sangue”: l’incontro con i ragazzi e gli innovatori è il momento clou della visita del vicepresidente della Camera, il pentastellato Luigi Di Maio, a Giffoni Experience. L’appuntamento nella suggestiva sede dell’Antica Ramiera è stato l’occasione per delineare un Mezzogiorno possibile, nel quale il rilancio dell’economia e del lavoro passa per le parole d’ordine della contemporaneità: innovazione, cultura, impresa. Che sono centro della filosofia della manifestazione, grazie al progetto del Giffoni Innovation Hub, il polo dedicato alle nuove idee da far crescere e trasformare in impresa. “Solo dove c’è cultura c’è innovazione: perché solo la cultura – ha ribadito Di Maio – ci indica la strada per il futuro”.
Ai giornalisti Di Maio ha ribadito questi temi: “In questi due anni da vicepresidente della camera ho incontrato decine di piccole imprese innovative della Campania, con ragazzi di vent’anni che fanno cose incredibili, software e hardware che esportano in tutto il mondo. Però lavorano negli scantinati di casa propria: perché allo Stato italiano manca purtroppo una cultura che incoraggi queste realtà. Per questo sono qui a vedere l’evoluzione di Giffoni, che con l’Innovation Hub sta facendo quello che dovrebbe fare lo Stato. Immaginiamo se solo – continua Di Maio –i comuni e le regioni che hanno edifici sfitti li mettessero a disposizione delle start up, agevolandoli anche con le bollette, facendole sentire più sicure e mettendole in rete . È quello su cui sta lavorando Innovation Hub, che ha capito che questo è il mercato del futuro. Anche nel mezzo della crisi, l’high tech non ha mai smesso di crescere: è qui che bisogna investire, canalizzando le tasse dei cittadini sulle imprese che possono davvero fare sviluppo”.
Parlando di giovani e innovazione, emerge un altro tema nell’occhio del ciclone, la scuola, con una riforma su cui il Movimento 5 stelle è stato molto critico: “Nei tanti incontri che ho avuto nelle scuole e con i genitori ho capito che la scuola ha alcune priorità di base: che l’insegnante non cambi ogni sei mesi, ossia la continuità didattica: che la scuola non cada in testa ai ragazzi; e terzo, che i figli facciano lezione in classi di venti alunni e non in classi pollaio”.
L’altro grande tema è la formazione: “A partire da quella dei docenti e del personale tecnico-amministrativo su nuove tecnologie e innovazione. Non ho visto niente del genere all’interno del ddl scuola. Oggi la scuola deve andare a braccetto con l’impresa. Appena arrivato alla Camera ho messo insieme le più grandi imprese che fanno innovazione, Microsoft, Cisco, Apple, e ho chiesto loro di che profili avessero bisogno. Hanno fatto un lungo elenco di professionalità che la scuola e l’università italiana non formano. Bisogna rivedere i piani didattici: ma secondo me su queste cose il governo non ha il coraggio di intervenire davvero”.
L’ultima battuta, lusinghiera, è ancora sul Giffoni Experience: “Questo è un posto avveniristico, che ci spiega quale dev’essere il futuro nell’Italia. Qui a Giffoni sono passati dalla cultura all’Innovation Hub: perché sono due cose legatissime, solo dove si coltiva cultura si coltiva futuro. Un miliardo investito in petrolio produce occupazione per 500 persone; lo stesso, investito in rinnovabili, produce 17mila posti di lavoro. È una questione matematica, che condanna questi governi legati a lobby economiche che non vogliono morire. Basta con le leggi che la politica fa per salvare se stessa: doppiamo convertire il sistema per rilanciare l’economia”.