U-Boot 96 è stato uno dei primi film che ha raccontato in maniera estremamente realistica, mettendo da parte eccessiva enfasi e soprattutto retorica tipica di questi casi, avvenimenti della seconda guerra mondiale. Lo ha fatto tenendo presente e descrivendo i particolari, come suggerisce per l’appunto il titolo stesso, di una situazione molto specifica all’interno di uno scenario belligerante: il quotidiano dell’equipaggio di un sottomarino. In questo film del 1981, firmato alla regia da Wolfgang Petersen (che meritatamente dal successo conseguito vide una rapida svolta positiva nella sua carriera), si potrebbe forse azzardare un’ipotesi di paragone (solo ovviamente per quanto riguarda l’atmosfera volutamente claustrofobica), del recentissimo Fury di Brad Pitt.
Fuoriesce cioè, soprattutto uno spirito cameratesco, raramente sopra le righe, di un equipaggio costretto a convivere in spazi angusti, in situazioni estreme quali sono appunto quelle tipiche di una guerra. La notizia è quindi che sarebbe in procinto di partire un’operazione di remake per questo U-Boot 96, prodotto dalla stessa Bavaria Film, casa di produzione della versione originale del 1981.
Vedremo quindi come e soprattutto da chi (originariamente fu l’attore Jürgen Prochnow) saranno rivestiti i panni del comandante Heinrich Lehmann Willenbrock, soprannominato Der alte (in tedesco “il vecchio”). Memorabili le ambientazioni che restituivano le enormi difficoltà di gestione del suo equipaggio, alle prese con morale basso, piattole, stress da bombardamento e crisi di panico giustamente motivate.
U-Boot 96, trasse la sua sceneggiatura dal romanzo di Lothar-Gunther Buchheim: uno scrittore che
si arruolò egli stesso, durante la Seconda guerra mondiale, nella marina militare, partecipando a spedizioni a bordo di sommergibili, anche in veste di cronista e bozzettista. Insomma più o meno ciò che si racconta poi nel film, ma tralasciando di sicuro giudizi di parte, se non l’unica grande verità che sottolinea, saggiamente e senza “fronzoli”, la miseria morale e l’orrore della tragedia insita inevitabilmente in uno scenario di guerra. Qualsiasi esso sia, politicamente e geograficamente parlando.