La lettera aperta con cui Taylor Swift ha criticato il sistema di remunerazione degli artisti di Apple Music, che ha portato la società a cambiare la sua strategia, continua a far discutere.
Stavolta a finire sotto accusa non è lo streaming né un qualunque servizio di musica online, ma la stessa popstar di 1989: quando il fotografo inglese Jason Sheldon ha letto la critica che la cantante ha rivolto ad Apple Music non ha potuto fare a meno di replicare accusandola di essere un’ipocrita.
Secondo il fotografo, Taylor Swift è poco credibile quando difende il diritto dei lavoratori del settore della musica a vedersi riconosciuto il pagamento delle royalties dalle piattaforme streaming, semplicemente perché non farebbe lo stesso con i fotografi che curano la copertura degli spettacoli del suo tour.
L’accusa di Sheldon è piuttosto articolata: stando alle sue parole, tutti i fotografi professionisti che lavorano al 1989 World Tour sono tenuti a firmare un contratto che quasi li “deruba” dei loro diritti, consentendo l’uso illimitato e perpetuo delle loro foto da parte del produttore dello show.
Sheldon spiega che solitamente, come fotografi freelance, si viene remunerati ogni volta che le proprie immagini sono utilizzate su qualsiasi veicolo di comunicazione o in via promozionale. Ma con il contratto firmato con Firefly Entertainment Inc., per coprire il 1989 World Tour, si ottiene un pagamento forfettario una tantum, dopodiché l’azienda può utilizzare le immagini sempre e comunque, distribuendole presso qualsiasi vettore pubblicitario senza che l’autore degli scatti riceva più nulla per il suo lavoro.
In una serie di tweet e una lettera aperta sul suo sito web, Jason Sheldon attacca il metodo della tassazione americana a suo dire ingiusto e pone la questione proprio alla luce del risultato ottenuto da Taylor Swift su Apple Music, considerato una vittoria storica (anche se un ex dirigente di Pandora sostiene che si sia trattato solo di una strategia di marketing, concordata tra la cantante ed Apple per promuovere il servizio).
Taylor Swift è un grande sostenitrice della giusta retribuzione per i professionisti dell’industria musicale, una battaglia che porta avanti – beccandosi per questo feroci critiche – con gesti anche clamorosi, come il ritiro dell’intera sua discografia da Spotify per protestare contro il fatto che la società non ripaga in modo equo artisti, autori e produttori. Ora questa campagna sembra rivoltarsi contro di lei.