Alla vigilia del Live Kom 015 in partenza a giugno, Vasco Rossi ha conquistato la copertina di Rolling Stone Italia, per il numero in edicola dal 12 maggio: il rocker si racconta spaziando tra canzoni, palco, ricordi di una vita vissuta sempre al massimo, come profeticamente scrisse oltre trent’anni fa, e nuovi obiettivi da realizzare.
Dal 7 giugno, col concerto al San Nicola a Bari, partirà in tour con 14 concerti negli stadi italiani fino al 13 luglio: il Live Kom è ormai il marchio di fabbrica del rocker di Zocca, un appuntamento diventato un rito collettivo, capace di scalare le classifiche dei tour di maggior successo al mondo dietro leggende come i Rolling Stones.
Reduce dal successo in classifica dell’album Sono Innocente, Vasco Rossi spiega di non avere rimpianti, di aver scritto “tutto quello che volevo dire nelle canzoni“, considerate quasi “un diario” di vita. Sono i suoi brani a riflettere quella sua anima da provoc-autore, come lui stesso si definisce: “Ho raccontato tutto quello che vedevo, tutto quello che mi stava sul cazzo, volevo provocare reazioni” ha spiegato senza mezzi termini Vasco Rossi a Rolling Stone.
Come in una recente intervista a Radio Deejay, Vasco Rossi è tornato a raccontare quella sensazione di essere un sopravvissuto a se stesso. Convinto di essere una rock star destinata ad una vita breve ma gloriosa, oggi è felice di essere “ancora qua“, come canta in uno dei brani cult della sua discografia più recente.
Non è tanto importante quanto vivi, ma come. Io spingevo molto sull’acceleratore. Non dormivo mai. Io ho vissuto il doppio di vita. Bruciavo la candela da tutte e due le parti. E allora, dopo la vita spericolata, mi son trovato lì a cercare di capire che cazzo fare. Ho passato due anni a non riuscire a scrivere canzoni. Poi, come un miracolo, in una notte ho scritto una decina di canzoni – Lunedì, Domenica lunatica… Mi son messo a giocare e scherzare e sono uscite le canzoni nuove. Ho dovuto ritrovare la voglia di scrivere per gioco. Io scrivo le canzoni per gioco, faccio i dischi per scherzo, poi salgo sul palco e faccio sul serio (…) Il fatto è che, rimanendo vivi, arriva la consapevolezza. A tonnellate. Quando comincia la musica poi tutto torna (…) È un viaggio, butto fuori tutto, anche le paure e le debolezze. Quando cominci a condividere le tue paure e scopri che c’è un altro che ha la stessa paura, allora stai meglio. Stai veramente male, quando pensi di averla solo tu.
Un male di vivere che Vasco Rossi anche negli ultimi anni ha cantato spesso nelle sue canzoni, soprattutto nell’album Vivere o niente, e che racconta così bene proprio per il suo vissuto.
Ero sicuro che sarei morto giovane. Poi mi son ritrovato vivo ed è stata durissima. E ora mi tocca correre. Io odio correre. È un sacrificio enorme. Ma lo faccio, perché poi sul palco devo spaccare tutto. Son rimasto qui e mi tocca di vedere tutto fino alla fine. È il mio destino e io amo il mio destino.
Impegnato nelle prove del tour a Marina di Castellaneta, quella che Vasco definisce “la mia seconda casa da quando sono diventato Primo Cittadino della Puglia Creativa“, il rocker torna in radio con un nuovo singolo: da venerdì 15 maggio è in rotazione Guai, il terzo estratto da Sono Innocente.