A fine mese esce al cinema un film che sembra davvero interessante. Si chiama Pitza e Datteri ed è del regista curdo Fariborz Kamkari. Qualcuno avrà già sentito parlare di lui per I Fiori di Kirkuk, altra pellicola che diresse nel 2010 e che raccontava il ritorno a casa di una ragazza irachena, dopo la laurea in medicina ottenuta in Italia. Najla, così si chiama la giovane, viene assunta come dottoressa all’interno dei servizi segreti militari e approfitta di questo per salvare molte donne, mentre cerca di ritrovare il fidanzato curdo Sherko. Un bel viaggio nella realtà dell’Iraq di Saddam Hussein, che non capita tutti i giorni di vedere al cinema.
Il nuovo lavoro di Kamkari è ambientato a Venezia. Pitza e Datteri, come si può intuire dal titolo e dalla biografia del regista, è un film multiculturale che sfrutta i toni della commedia e dell’ironia per parlare di Islam e integrazione. La storia prende il via quando un’avvenente parrucchiera decide di trasformare una moschea in un salone di bellezza. La comunità musulmana della città, per riprendersi il proprio luogo di preghiera, si metterà sotto la guida di un giovane imam afghano, esponente di un islam radicale.
Tra i personaggi più curiosi di questo film, troviamo Giuseppe Battiston nella parte di un veneziano che decide di convertirsi all’islam. La ragione è più legata alla ricerca di un senso di appartenenza, un modo come un altro di sconfiggere solitudine ed emarginazione, più che al credo e alla fede religiosa. A proposito del suo lavoro e del significato che vuole comunicare, Fariborz Kamkari ha sottolineato: “Non c’è un conflitto tra essere musulmano e moderno, perché la maggioranza dei musulmani sono persone moderne, che vivono nella nostra società e sono completamente integrate, ma una piccola minoranza di integralisti prende in ostaggio questa grande maggioranza”. L’appuntamento con Pitza e Datteri è dal 28 maggio al cinema.
Ecco il trailer del nuovo film di Fariborz Kamkari: