Android Pay, Samsung Pay e Apple Pay: eccolo il triumvirato dei sistemi di pagamento mobile previsti per il 2015. Dopo la presentazione del Samsung Galaxy S6 che ha riguardato anche il relativo servizio dell’azienda sudcorena, mancava solo l’annuncio ufficiale di Sundar Pichai che sempre al MWC di Barcellona, ha confermato la discesa in campo di Google nel settore.
Nella giornata di ieri, ho accennato già alle principali differenze tra Samsung e Apple Pay constatando come la proposta coreana, ad un primo sguardo, potrebbe essere più completa di quella di Cupertino in quanto consente i pagamenti non solo attraverso tecnologia NFC ma anche MST (Magnetic Secure Transmission), ossia quella più in uso anche in Italia per i lettori POS.
Un ulteriore passo in avanti potrebbe essere compiuto da Android Pay, come annunciato da Pichai e mi riferisco all’esperienza lato utente. I due servizi concorrenti garantiscono la sicurezza attraverso l’utilizzo del lettore di impronte digitali. Ebbene, Mountain View sta pensando decisamente ad altro (anche se non meglio specificato) visto che ha annunciato di non voler impiegare alcun sensore biometrico: niente scansione dell’impronta ma neanche dell’iride come spesso chiacchierato.
Android Pay, per il momento, non sostituirà Google Wallet ma nel corso del 2015 verrà affiancato ad esso. Insomma, sembra proprio che a Mountain View i tempi andranno ancora per le lunghe, in maniera non molto dissimile dai concorrenti. In effetti, Apple Pay è un servizio attivo solo egli Stati Uniti mentre Samsung Pay sarà disponibile solo in agosto e per iniziare, sempre e soldo nel paese di Obama e in Corea,
L’entrata in scena di Android Pay tuttavia, anche se ritardata, va letta in maniera positiva. Il proliferare di servizi alternativi legati ai tre colossi non potrà che far aumentare la concorrenza e migliorare l’offerta: per questa, intendo la bontà del servizio o ancora, la sua facilità d’uso e il suo grado di sicurezza per i dati personali degli utenti.