Samsung Pay ha già fatto chiacchierare moltissimo gli esperti tech o anche i semplici appassionati di smartphone. Il servizio, etichettato dai fan di Cupertino come una semplice copia di Apple Pay o al contrario come un’evoluzione dei sistemi di pagamento da mobile per la controparte va certamente compreso nelle sue peculiarità.
Ad un primo sguardo, Samsung Pay ed Apple Pay si equivalgono: entrambi permettono di effettuare pagamenti in negozio avvicinando i device ad un POS e utilizzando per il via all’operazione la scansione dell’impronta digitale attraverso l’apposito tasto Home del Samsung Galaxy S6 da una parte e dell’iPhone 6 dall’altra.
Samsung Pay ed Apple Pay garantiscono entrambi piana sicurezza agli utenti. Durante le operazioni di pagamento , nessuno dei due sistemi memorizza i numeri di conto personali sul dispositivo dell’utente e in caso di perdita del telefono, è possibile sempre bloccare e disattivare il dispositivo in remoto per disattivarne l’accesso.
Una grande differenza, tuttavia, c’è e sta nella compatibilità della tecnologia. Mentre Apple Pay funziona solo ed esclusivamente attraverso il modulo NFC ed è dunque utilizzabile solo con determinati impianti POS, Samsung Pay amplia lo spettro di azione: la transazione può avvenire anche via MST (Magnetic Secure Transmission), la tecnologia dei lettori più diffusa nei negozi italiani. Al suo lancio, dunque, il servizio avrebbe una diffusione più capillare.
Se differenze e analogie tra i due sistemi non vi saltano all’occhio, ho deciso di evidenziarvi quella che secondo me è la più grande criticità delle sue tecnologie. Nonostante le partnership con Mastercard e Visa per Samsung Pay ma anche con American Express e catene del calibro di McDonald’s per Apple Pay, le rivoluzioni annunciate restano dedicate a pochi. La soluzione di Cupertino, a mesi dal lancio, ancora oggi resta relegata negli Stati Uniti, addirittura quella del produttore asiatico annunciata ieri, è attesa per agosto in Corea e in USA. Per il resto del mondo, toccherà aspettare.
Parlo da utente molto interessata ai sistemi di pagamento mobile perchè sostenitrice delle transazioni “virtuali” a fronte di quelle con i vecchi contanti. Per me la vera differenza tra i due sistemi e dunque tra i rispettivi device che li hanno a bordo (Galaxy S6, S6 Edge e iPhone 6, 6 Plus) potrebbero farla di certo i tempi di applicazione in Italia più ridotti. Fermo restando che, a mio avviso, l’annuncio di una tecnologia dovrebbe seguire a stretto giro la sua implementazione pratica. Ma così non è stato e non sarà neanche a breve!
Se in italia verrà implementata fra un anno, di certo non acquisterò questo telefono per questa funzione ma aspetterò il Galaxy S7.