A proposito del film di Space Invaders (ne avevamo accennato qui), c’è una novità: Dan Kunka (12 Round) è stato assoldato come sceneggiatore. Diciamolo subito: ai più è ovvio che risulta difficile immaginare un gioco arcade a due dimensioni. Altri tempi. Ma Space Invaders può essere considerato senza ombra di dubbio una sorta di vessillo simbolico, capostipite indiscusso di una generazione nerd da lì a venire. È stato forse il videogioco che più di ogni altro assurse ad un ruolo totemico di assoluta sacralità: a lui abbiamo sacrificato centinaia delle vecchie monetine del vecchio conio, nelle vecchie e decrepite sale giochi (ebbene sì, riuscirà difficile immaginare in questa epoca di Playstation et similia, ma a quei tempi si giocava poco in casa, il più delle volte si aveva a che fare con sale piene di videogiochi inscatolati).
Space Invaders fu sviluppato da Toshihiro Nishikado e prodotto in origine dalla Taito, nel 1978. In Italia bisognerà aspettare il 1980 per vederlo commercializzato e distribuito dalla Sidam con il nome Invasion (negli Stati Uniti fu distribuito dalla Atari e dalla Nintendo). Il successo planetario che ebbe Space Invaders può essere indicato, a giusta ragione, come premonitore di tutto ciò che nei decenni a seguire è diventato l’universo dei video games. In pochi anni il videogioco fruttò un fatturato di 500 milioni di dollari e in Giappone fu la causa di un improvvisa e inaspettata carenza di monetine da 100 Yen (indispensabili per giocare): il governo giapponese fu obbligato a quadruplicarne le emissioni.
Ad ogni modo dubbi e curiosità si rincorrono a proposito di questo progetto. Cioè: il film che ne uscirà fuori, dovrà per forza di cose fare sforzi enormi per “essere fedele”, ricordare quella grafica, etc. Insomma questo progetto della Warner (che ne ha acquistato i diritti nel 2010), suscita non poche perplessità: quale trama sarà capace di tirare fuori dal cilindro magico Dan Dunka (che attualmente comunque è molto quotato come sceneggiatore). O meglio, cosa sarà possibile costruire attorno ad un videogioco degli anni 70 in grado di rievocarlo mantenendone lo stile, però in chiave moderna?! Difficile immaginarlo e sicuramente un simbolico applauso, per il coraggio, andrebbe fatto ad Akiva Goldsman, Joby Harold e Tory Tunnell che hanno già firmato come produttori.
Una cosa è certa: indubbiamente la colonna sonora non potrà essere quella originale. Ovviamente solo chi ci ha giocato può capire a cosa alludo: una serie monotona e cacofonica di suoni sintetizzati, che aumentava solo la velocità all’avvicinarsi dei malvagi alieni. Poi però auspicherei un piccolo cameo: almeno due scritte nostalgiche. Insert coins (magari all’inizio…) e Game Over, con lo scorrere dei titoli di coda.