Ci si avvicina anche quest’anno al termine ultimo per il pagamento in tempo utile del Canone RAI, più che un canone, una tassa prevista per tutti coloro che posseggono apparecchiature in grado di ricevere radiodiffusione. Chi, a casa, non dispone di una televisione, sarà comunque tenuto a versare la cifra indicata (113.50 euro entro il 31 gennaio)? Il documento pubblicato dal Ministero dello Sviluppo Economico parla chiaro in merito alla faccenda.
Per far scattare l’obbligo di versamento, il cittadino dovrà essere in possesso anche di una sola apparecchiatura atta od adattabile alla suddetta ricezione di segnale. Ricordando che lo streaming online non è da considerarsi tale, passiamo a fare una distinzione volta a meglio capire le differenze tra dispositivi atti ed adattabili.
Dicesi apparecchiatura atta a ricevere radiodiffusione (TV, radio, device con DVB-H, etc.), uno strumento che incorpora al suo interno tutta la componentistica necessaria allo scopo (“sintonizzatore, decodificatore del segnale e trasduttori audio e/o video”).
È adattabile, invece, un dispositivo che consta di un sintonizzatore (decoder per il DT, penne USB con tuner TV, etc.), ed a cui manca però tutto il resto della componentistica. Non rientrano in nessuna delle due categorie tutte quelle apparecchiature prive di sintonizzatore per radiodiffusione (computer senza sintonizzatore, monitor, casse, videocitofoni, smartphone, tablet).
Speriamo adesso sia più chiaro a chi è realmente rivolto l’obbligo di pagare il canone RAI, che ricordiamo essere in via di scadenza. Passato il termine del 31 gennaio, per gli inadempienti scatterà la mora.