La notizia del momento nel mondo della telefonia è rappresentata senza ombra di dubbio dalla scelta di Google di scendere nell’arena competitiva delle compagnie telefoniche, grazie ad un accordo che è stato siglato di recente con Sprint e in parte con T-Mobile, con tutti gli effetti del caso da prendere in considerazione.
Partiamo da due presupposti fondamentali: in primo luogo, Google è riuscita nell’impresa di battere sul tempo Apple, visto che che queste voci gravitano da tempo attorno al colosso di Cupertino senza che la mela morsicata abbia fatto lo step decisivo per passare dalla teoria alla pratica. In secondo luogo, Google non sarà un operatore dotato di proprie infrastrutture, in quanto siamo al cospetto di un carrier virtuale, aprendo in questo modo mille scenari per l’intero settore.
Il Wall Street Journal sembra non avere dubbi su come funzionerà questa nuova “macchina”:
“Grazie ad un accordo diverso firmato con ognuno dei due carrier, Google rivenderà il servizio sulle reti Sprint e T-Mobile, secondo le persone vicine ai piani. Questi accordi all’ingrosso sono comuni, e consentono in pratica ai rivenditori come Google di promuovere un servizio di connettività mobile col proprio brand.”
Ricordiamo che al momento la questione deve essere circoscritta al mercato degli Stati Uniti, in particolare ai due operatori in precedenza menzionati, ragion per cui faccio molta fatica a immaginare come e quando Google sarà in grado di scendere in campo anche in Italia.
Di una cosa però sono certo: i presupposti di Google dovrebbero assicurare al brand di Mountain View la possibilità di puntare non solo su una maggiore velocità di download, ma anche su prezzi più bassi, avendo modo di minimizzare i costi. Le conseguenze per Wind, Vodafone, Tim e Tre qui in Italia potrebbero non essere entusiasmanti.
Insomma, in articolo che non risponde alla domanda che pone nel titolo…