Nutro profonda stima professionale sia per Michael Moore che per Clint Eastwood. Sul loro modo di interpretare certi contesti da un punto di vista ideologico-politico mi astengo, ovviamente, per diplomazia. Ma è molto interessante, anche se a parer mio riduttivo, lo spunto di riflessione che può partire da questa sorta di “polemica social”.
Riassumendo: Moore ha in un certo senso attaccato l’esaltazione eroistica che viene fuori da America sniper di Clint Eastwood definendo, in aperto contrasto con il messaggio più che altro concettuale del personaggio interpretato da Bradley Cooper, i cecchini come codardi. In realtà, ad un maggior approfondimento del proprio pensiero, il controverso regista di Fahrenheit 9/11 ha avvalorato la sua ipotesi paragonando esempi storici (il cecchino di Martin Luther King) e finanche personali (suo zio, paracadutista fu ucciso 70 anni fa da un cecchino giapponese) al personaggio di Eastwood.
C’è da premettere che in realtà fra i due registi qualche scintilla nel passato c’era già stata. Basti ricordare che i due, politicamente parlando, appartengono a schieramenti opposti: inutile specificare quali. Ad ogni modo Moore, in tutta onestà, non ha mancato di elogiare il film di Eastwood da un punto di vista tecnico: ottima performance di Cooper, gran montaggio, costumi, acconciature, trucco e trailer promozionali più che buoni. Certo, sempre a detta di Moore, non ha fatto entusiasmare il fatto stesso che nel film gli iracheni vengano indicati dai protagonisti come selvaggi (a suo dire richiamando un’imbarazzante parallelismo storico con terminologie usate nel vietnam). Ma il fatto è che quanto affermato dal regista, seppur in maniera provocatoria, dà sicuramente adito ad una discussione di non facile soluzione. Cioè: ammesso e non concesso che il cecchino possa essere considerato un codardo, è probabile che una netta distinzione (non facile da evincere) lo faccia il contesto.
Forse paragonare il cecchino che ha ucciso Martin Luther King ad un soldato sniper, può apparire improprio. Il cecchino soldato, per quanto celato, opera in un contesto bellico più o meno dichiarato. Ovvio che lo stesso cecchino per alcuni può essere considerato un assassino: può sembrare riduttivo e imbarazzante come paragone, ma la discussione per così dire filosofica andrebbe spostata più che altro sul concetto dell’eliminazione della vita altrui. Chi uccide in guerra può essere considerato eroe solo perché “protetto” da certe logiche patriottiche non prive di massicce dosi di retorica nazionalista? Il cecchino è codardo perché si cela? E allora andrebbero forse considerati alla stessa stregua i soldati che si mimetizzano, gli aerei stealth o i droni che bombardano inconsapevolmente, i soldati che tendono imboscate e via discorrendo.
È interessante come spunto riflessivo, ma non è facile districarsene, anche perché in guerra i duelli stile mezzogiorno di fuoco, faccia a faccia, difficilmente si verificano. Quelli li faceva qualche anno fa Clint Eastwood ed era formidabile…